Con la prolusione del Cardinale Angelo Bagnasco, si è aperta lunedì 26 settembre a Roma nella sede della CEI, la sessione autunnale del Consiglio Episcopale Permanente, che si chiuderà il 28 settembre.

Gli argomenti principali affrontati dai vescovi saranno la revisione delle norme circa il regime amministrativo e le questioni economiche dei tribunali ecclesiastici, la proposta di riesame delle voci dei rendiconti diocesani, le consegne dell’Assemblea Generale quanto al rinnovamento del clero a partire dalla formazione permanente, la scelta del tema della 48ª Settimana Sociale dei Cattolici Italiani, che si svolgerà a Cagliari dal 26 al 29 ottobre 2017.

Nel suo discorso augurale, però, non sono mancati, da parte di Bagnasco, riferimenti ai fatti della cronaca italiana ed europea. Il terremoto del 24 agosto è stato l'argomento con cui Bagnasco ha aperto la sua prolusione, ricordando l'impegno delle diocesi e quello della Caritas econfidando nel pieno recupero dei luoghi distrutti dal sisma.

Parlando di Europa, Bagnasco ha affrontato il tema dei migranti, anche in relazione al crescente dilagare dei nazionalismi che caratterizzano sempre di più la politica dei vari paesi dell'Europa: «... la paura degli altri, il conflitto tra Stati, la destabilizzazione della famiglia, di gruppi e Nazioni, favoriscono approfittatori cinici, e spesso oscuri, attenti a lucrare denaro e potere. È questo modo di pensare che il vecchio mondo dovrebbe temere, anziché corteggiarlo e inseguirlo compiaciuto.»

Ma è sulla situazione italiana che le parole di Bagnasco sono state insolitamente  molto poco sfumate come in genere è uso della Chiesa, specie nei rapporti con la politica: «Le nostre parrocchie sono testimoni di come la povera gente continui a tribolare per mantenere sé e la propria famiglia. Vediamo aumentare la distanza fra ricchi e poveri; lo stesso ceto medio è sempre più risucchiato dalla penuria dei beni primari, il lavoro, la casa, gli alimenti, la possibilità di cura. Con speranza sentiamo le dichiarazioni rassicuranti e i provvedimenti allo studio o in atto; ma le persone non possono attendere, perché la vita concreta corre ogni giorno, dilania la carne e lo spirito. La fiducia nel domani diminuisce, gli adulti che hanno perso il lavoro sono avviliti o disperati, molti giovani – che mostrano spesso genio e capacità sorprendenti – si stanno rassegnando e si aggrappano ai genitori o ai nonni, impossibilitati a farsi una vita propria. Gli indicatori ufficiali parlano chiaro: i nuovi contratti sono diminuiti del 12,1% (Ministero del Lavoro), il PIL non è cresciuto, la disoccupazione, tra i 15 e i 24 anni, è salita al 39,2% (ISTAT). Anche la produzione industriale risulta diminuita dello 0.8% (ISTAT).»

Non sono le parole di un 5 Stelle, ma quelle del presidente della CEI. Una denuncia grave e accurata, oltre che accorata, contro lo spensierato e sconsiderato ottimismo che Matteo Renzi ed i suoi ministri cercano disperatamente di propagandare anche in vista del referendum di dicembre.

Parole talmente dure che, al contrario di quanto avrebbe dovuto avvenire, non hanno quasi neppure trovato spazio e sottolineature nella libera stampa italiana, impegnata a propagandare le peripezie del presidente del Consiglio che si affanna, in giro per l'Italia, nel dispensare sorrisi, ottimismo ed esempi di successo da parte della fantastica Italia che non gufa.

E vedremo che cosa riuscirà ad inventarsi Renzi nel prossimo DEF che, prima o poi dovrà essere discusso nel CdM, dopo che gli sherpa del Governo saranno riusciti ad ottenere dalla Commissione UE qualche garanzia per poter svicolare dalle rigidità di bilancio cui dovrebbe attenersi.

E neppure sul referendum confermativo per la nuova Costituzione, Bagnasco sembra supportare Renzi: «Il Paese è atteso per un importante appuntamento, il Referendum sulla Costituzione. Come sempre, quando i cittadini sono chiamati ad esprimersi esercitando la propria sovranità, il nostro invito è di informarsi personalmente, al fine di avere chiari tutti gli elementi di giudizio circa la posta in gioco e le sue durature conseguenze.»