In precedenza la maggioranza aveva inciampato sul MES alla Commissione Esteri della Camera, dove il 30 giugno i deputati dovranno dire sì o no alla ratifica del Meccanismo europeo di Stabilità.

Secondo il Mef di Giorgetti, per l'Italia non vi sono né rischi né oneri derivanti dalla ratifica del trattato, un parere in netta contrapposizione con quanto espresso a più riprese da Palazzo Chigi, cioè dalla stessa Giorgia Meloni che, anche nel suo recente viaggio a Parigi, aveva dichiarato il suo parere contrario all'approvazione del MES .

Per trovare una linea comune, tra ministero dell'Economia e Palazzo Chigi, la maggioranza ha rimandato il voto in Commissione di 24 ore.

Per il dem Boccia, "è del tutto evidente che siamo di fronte ad un governo nel caos, che sulle grandi questioni che riguardano i nostri impegni internazionali e gli strumenti di politica economica, non è in grado di compiere scelte utili al nostro Paese, ma solo di agitare bandierine propagandastiche. È così per le risorse e i progetti del Pnrr, è così per il Mes.Ciò che sta avvenendo alla Camera è la testimonianza della inadeguatezza di questo esecutivo che, di fronte alla certificazione da parte del Mef che l’utilizzo di questo strumento non creerebbe danni ma porterebbe vantaggi, non sa che fare e sospende i lavori in Parlamento. È evidente che il documento del Mef sbugiarda la propaganda della destra: Giorgetti sconfessa la Meloni. Ma il nostro Paese non può permettersi di essere governato dalla propaganda e dai rinvii". 

Già quanto accaduto in commissione Esteri alla Camera è politicamente grave per il governo, ma lo è ancora di più quello che, successivamente, è accaduto in commissione Bilancio al Senato, dove sono stati bocciati i pareri e i profili finanziari dagli emendamenti presentati dalla relatrice di maggioranza Paola Mancini (di Fratelli d'Italia) al decreto lavoro, a seguito della votazione che si è conclusa con la parità dei voti: 10 a 10.

I lavori in commissione sono stata sospesi, per mancanza del parere necessario per esaminare in aula le proposte di modifica presentate in precedenza.

Per le opposizioni, quanto accaduto è un'ulteriore conferma del caos che regna nel governo. Un caos dovuto a questioni tecniche e anche politiche: al voto in commissione Bilancio erano assenti i senatori di Forza Italia e la maggioranza non aveva i numeri per approvare gli emendamenti che erano stati presentati in ritardo.

Improvvisazione, disorganizzazione, impreparazione, disaccordi... in pubblico, parlamentari, ministri e sottosegretari della maggioranza ridono e si danno pacche sulle spalle cercando di dare di sé un'immagine che, nel chiuso delle stanze, li vede incapaci, quasi inebetiti, nel dover affrontare meccanismi e procedure che regolano il governo del Paese. Finora la maggioranza ha affrontato i problemi rimandandoli, nascondendo le difficoltà con la propaganda di provvedimenti inutili e assurdi, vedi i reati universali per la qualunque... ma le prossime scadenze sono sempre più una spada di Damocle per Meloni e compagni.... pardon, camerati.