Esteri

Le ultime disavventure di Trump: Berman, Bolton, Ergdogan, Facebook, Twitter, Tulsa...

Riportiamo di seguito le ultime "disavventure" del populista Trump, una sorta di promemoria per non dimenticare la "qualità" del personaggio. Oltretutto, finisce per riguardare anche il nostro Paese per due motivi: uno è il fatto che l'Italia, volente o nolente è una provincia dell'impero degli Stati Uniti e come tale, se l'imperatore è un'idiota, anche noi dobbiamo preoccuparcene; l'altro è che l'imperatore Trump ci viene portato a modello dai disperati della destra da strapaese che circolano in Italia, per i quali ciò che dice e ciò che fa è puro vangelo. 

Per questo, è utile essere aggiornati sugli ultimi capitoli che riportano parole ed opere del nuovo messia repubblicano... naturalmente sempre disonorevoli e pertanto in linea con quanto da lui detto e fatto finora.

L'ultima peripezia, in questo caso della sua amministrazione, riguarda il procuratore generale William Barr, in pratica l'attuale ministro della Giustizia, che venerdì sera - improvvisamente - ha invitato il principale procuratore federale di Manhattan, Geoffrey Berman, a dimettersi. È lo stesso procuratore che, curiosamente, ha portato avanti delle indagini importanti su alcuni dei più stretti collaboratori del presidente Trump.

È infatti stato Berman a condurre l'inchiesta che ha portato alla condanna dell'ex avvocato di Trump, Cohen, ed è sempre Berman che nel corso dell'ultimo anno ha presentato accuse contro due stretti collaboratori dell'attuale avvocato del presidente Usa, Rudy Giuliani, oltre ad aver avviato un'inchiesta sullo stesso Giuliani collegata alla vicenda Ucraina. Ed è sempre Berman che ha anche portato avanti un'indagine sul comitato elettorale di Trump, in relazione ad un possibile finanziamento illegale con fondi esteri.

Barr ha invitato Berman a dimettersi annunciando che il suo sostituto sarà Jay Clayton, presidente della Securities and Exchange Commission (SEC), che però non ha mai ricoperto prima d'ora l'incarico di procuratore!

Il problema, però, è che Berman non ha alcuna intenzione di farsi da parte di sua volontà e, tanto meno, in punta di piedi, come dimostra questa dichiarazione diffusa via social:


Ma perché tanta fretta nel voler sostituire il procuratore Berman? Perché tra le anticipazioni rese note dalla stampa in relazione al libro in uscita di John Bolton, ex consigliere per la sicurezza nazionale, vi è anche quella che ci informa che Trump avrebbe dato rassicurazioni al presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, che sarebbe intervenuto in favore di una banca turca in un'indagine di cui si stava occupando proprio l'ufficio del procuratore Berman.


E a proposito del libro di Bolton, "The Room Where It Happened", il Dipartimento di Giustizia Usa si è rivolto ad un tribunale federale per fermarne la pubblicazione che dovrebbe avvenire martedì prossimo. 

Il giudice Royce Lamberth prenderà una decisione prima di quella data, ma ha già anticipato che non ci sarebbero margini per un suo intervento in tal senso dato che 200mila copie del libro sono già state stampate e consegnate alle librerie, mentre altre sono già state consegnate ai media che ne hanno pubblicato alcune anticipazioni.

Quindi, il quadro di un presidente incapace e inadatto a ricoprire quel ruolo, così lo ha definito Bolton, finirà in pasto all'opinione pubblica a partire dalla prossima settimana.


Continua, inoltre, la debacle social di Trump la cui propaganda non può più operare liberamente a base di messaggi di odio e fake news. Dopo Facebook, che qualche giorno fa ha bloccato alcuni suoi messaggi pubblicitari, adesso è di nuovo la volta di Twitter che ha cancellato un video dal suo account perché modificato ad uso e consumo della sua propaganda per promuovere un messaggio ironicamente antirazzista, in modo da "lisciare il pelo" ai movimenti suprematisti che lo sostengono... tra l'altro chi ha manipolato il video ha fatto pure un errore di ortografia!


Ma qualcosa di positivo Trump l'ha ottenuto nelle ultime ore. La sentenza della Corte Suprema dell'Oklahoma che ha respinto una richiesta promossa da alcuni residenti in quello Stato per fermare la manifestazione che Trump terrà in giornata proprio a Tulsa, dove migliaia di persone si ammasseranno nonostante il contagio da Covid abbia ripreso a salire in metà degli Stati americani, Oklahoma compreso.

Pertanto, a seguito del comizio, il numero dei contagi aumenterà ulteriormente! 


Nonostante queste "referenze" Trump cerca di governare gli Stati Uniti per un secondo mandato, mentre in Italia persone del "calibro" di Salvini e Meloni, a cui si può anche aggiungere il Di Stefano di CasaPound, solo per fare qualche esempio, lo indicano ai loro sostenitori come modello da seguire.

Autore Antonio Gui
Categoria Esteri
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