La Smart City, o città intelligente, viene spesso associata in modo semplicistico all'idea della città del futuro. Si riduce a questo concetto?

Si tratta in realtà di un ambito applicativo dell’Internet of Things mirato al monitoraggio e alla gestione di una città (mezzi di trasporto, illuminazione) e dell’ambiente circostante (fiumi, boschi). L’obiettivo è l’ottimizzazione dei livelli di vivibilità, sostenibilità e competitività.

Questo concetto va oltre la mera innovazione tecnologica perché rappresenta un nuovo modo di vivere la realtà urbana. Secondo l'Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano il 42% dei comuni italiani con popolazione superiore ai 15.000 abitanti ha avviato almeno un progetto Smart City negli ultimi tre anni. A crescere non è solo il numero di iniziative, ma anche l’innovatività delle medesime che sfruttano sempre più tecnologie IoT per svariate applicazioni, fra cui la mobilità, la scuola, il turismo, il government e la sanità.

Ciò significa che le Smart City si baseranno sui dati e la privacy diventerà un fattore da monitorare in fase di acquisizione e di utilizzo delle informazioni.


Cinque case history


1. I semafori intelligenti di Vienna

Le università di Graz (TU Graz) e Vienna (TU Wien) hanno sviluppato un sistema di semafori intelligenti in grado di riconoscere l'intenzione di attraversare la strada dei pedoni in due secondi. Le telecamere forniscono immagini scansionate fino a 9 metri di distanza e inviano un segnale ai sistemi GPS dei guidatori una volta individuate le persone. L’obiettivo è diminuire le perdite di tempo e migliorare la viabilità urbana.


2. Il bioreattore di Amburgo

A Wilhelmsburg a pochi chilometri da Amburgo è stato costruito un edificio con una facciata molto particolare, un bioreattore ad alghe. La “casa-alga” è caratterizzata dalla coltivazione di microalghe che assorbono i raggi solari e l’anidride carbonica, creano un sistema di isolamento e protezione dagli elementi atmosferici e, infine, generano biogas.


3. Lo smart parking di Barcellona

Barcellona ha adottato la tecnologia dei parcheggi intelligenti con sensori nelle aree free parking, e applicazioni per la gestione dei pagamenti e la ricezione di informazioni. Con questi device la città catalana ha così ridotto le perdite di tempo e l’uso del carburante.


4. I sensori di Fukushima

Safecast è un’organizzazione internazionale di volontari nata nel 2011 dopo l’incidente nucleare di Fukushima. È stata creta per rispondere rapidamente all’esigenza di monitorare, raccogliere e condividere apertamente le informazioni sulle radiazioni ambientali. Subito dopo l’incidente grazie ad una campagna di crowdfunding, ai cittadini sono stati forniti contatori Geiger per misurare l’intensità della radioattività presente all’esterno della casa. L’iniziativa si è così trasformata nella più grande raccolta di informazioni sulle radiazioni ionizzanti nella storia.


5. La gestione dei rifiuti a Albertslund

Albertslund, un sobborgo di Copenaghen, sta implementando nuove tipologie di sensori installati all’interno di cestini per rifiuti in associazioni di housing, sedi di istituzioni, aree pubbliche, industrie e uffici. Lo scopo è ottimizzare la gestione dei rifiuti.


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