Il nuovo governo spagnolo, a guida socialista, ha giurato giovedì mattina al palazzo della Zarzuela, residenza del re di Spagna.

17 i membri del nuovo esecutivo, di cui per la maggior parte donne. È la prima volta che accade in Spagna, senza dimenticare che in altri Paesi, come il nostro, tale record è ancora lontano dall'essere eguagliato, come dimostra il Governo del Cambiamento, che in questo caso è rimasto ben fedele alla tradizione.

Sono undici le "ministre" del governo presieduto da Sanchez, la cui lista è stata diffusa mercoledì. La scelta del nuovo premier è stata quella di non ricorrere principalmente a personalità politiche, ma a personalità che fossero considerate eccellenze nel proprio campo.

Così un astronauta sarà ministro della Scienza, dell'Innovazione e dell'Università, un procuratore specializzato nel perseguire attacchi jihadisti sarà ministro della Giustizia ed un negoziatore sui trattati per il cambiamento climatico sarà il nuovo ministro dell'Ambiente.

Adesso si apre per Sanchez una nuova sfida, dopo aver vinto quella della sfiducia a Rajoy. L'attuale legislatura scade nel 2020, ma il nuovo governo dovrà essere supportato da una maggioranza politicamente eterogenea e non certo coesa, che dovrà affrontare, oltretutto, temi non facili, a partire dalla ricostruzione di un dialogo con il nuovo governo della Catalogna, che non ha certo intenzione di venir meno alle pretese indipendentiste.