Il referendum, le regionali e gli errori del Partito Democratico
"Non abbiamo più bisogno di 945 parlamentari, lo sappiamo bene da molti anni. La nostra riforma li riduce a 600 e il 20 e 21 settembre sta a tutti noi cittadini dire Sì definitivamente a questa legge. E dobbiamo essere tantissimi alle urne, più saremo e più forte sarà il messaggio di svolta che manderemo".
Questo è quello che dicono dal Movimento 5 Stelle per supportare il Sì al referendum confermativo della riforma costituzionale da loro voluta per ridurre, per l'appunto, il numero dei parlamentari.
Ma come sempre accade con i 5 Stelle, il Movimento non sa spiegare perché questa riforma sia utile. Ci dicono che non abbiamo bisogno di 945 parlamentari e che lo sappiamo da molti anni... ma non ci spiegano perché. Quando va bene, ci dicono che tale riforma è il primo passo di un processo di riforme che dovrà riguardare anche la legge elettorale, ma senza dirci che legge vogliono e come i collegi dovrebbero essere modificati. E non spiegano neppure come una diminuzione del numero dei parlamentari possa aumentare la rappresentatività degli elettori in Parlamento.
Ben che vada, i rappresentanti dei 5 Stelle si presentano davanti ad una telecamera di un tg per recitare la novella imparata a memoria, per poi concludere che chiunque voti no fa una favore alla casta, dimenticandosi che adesso loro sono diventati la casta!
A supportare questa ennesima sconclusionata riforma costituzionale, il Partito Democratico, che non crede nella bontà del testo ma che ritiene che il Sì sia il danno minore, perché convinto che la bocciatura farebbe cadere il governo, consegnando il Paese a Salvini e Meloni.
In pratica, ancora una volta, il Pd si trova a dover scegliere quale sia il male minore per senso di responsabilità, rischiando però di fare un danno non solo a se stesso, ma anche alla Costituzione.
Non solo. Nell'assurdo tentativo di supportare la sgangherata riforma grillina, il partito di Zingaretti ha dovuto pure incassare il rifiuto dei 5 Stelle di fare delle alleanze per le amministrative, anche nelle regioni dove entrambi avrebbero potuto facilmente portare a casa la vittoria, rischiando così di consegnare alle alleanze degli estremisti di destra Marche, Toscana e Puglia, dove l'alleanza che governa l'Italia avrebbe vinto senza difficoltà alcuna.
Con che conseguenza? Quella di mettere comunque a rischio la tenuta del Governo e quella di "rovinare" l'amministrazione di molte regioni. Come? È lo stesso Pd a spiegarlo:
"In Umbria la Lega ha cancellato il Registro Tumori per la ricerca oncologica. Il motivo? Hanno lasciato scadere la convenzione con l’Università di Perugia, facendo così andare via i giovani ricercatori e i medici che elaboravano i dati. Tutto finito. Un danno enorme. Da subito abbiamo sollevato la criticità in Regione, ma siamo rimasti inascoltati.Siamo, sinceramente, senza parole. Anzi, qualcuna ce l’abbiamo: la Lega, nei territori, è questa. Non solo da noi in Umbria, ma ovunque è così. Fanno danni, enormi, come questo. Per sciatteria, noncuranza, incompetenza e altre volte ancora peggio. Ovunque e dovunque, disastri. E poi però hanno la faccia tosta di dire che loro “liberano” i territori. Ecco: oggi l’Umbria è “libera” dal Registro Tumori e dei professionisti che ci lavoravano e che da 20 anni serviva alle persone. E lo è per colpa della Lega e di questa destra".