Papa Francesco, questa domenica, è volato in Bulgaria, quarto viaggio apostolico in questi primi 5 mesi del 2019 che lo vedrà impegnato per i prossimi tre giorni, durante i quali si recherà anche in Macedonia del Nord. Un viaggio definito dallo stesso pontefice come breve, ma "molto, molto fitto" di appuntamenti.
A Sofia, durante il Regina Coeli nella Piazza di San Alexander Nevsky, Francesco ha ricordato la figura di un suo predecessore Giovanni XXIII, che da quelle parti viene ricordato come "il santo bulgaro", per richiamarsi all'ecumenismo del Vaticano II.
"Nella storia della Chiesa - ha detto Bergoglio - anche qui in Bulgaria ci sono stati Pastori che si sono distinti per santità della vita. Tra essi mi piace ricordare il mio predecessore, che voi chiamate “il santo bulgaro”, San Giovanni XXIII, un santo pastore, la cui memoria è particolarmente viva in questa terra, dove egli ha vissuto dal 1925 al 1934.
Qui ha imparato ad apprezzare la tradizione della Chiesa Orientale, instaurando rapporti di amicizia con le altre Confessioni religiose.
La sua esperienza diplomatica e pastorale in Bulgaria lasciò un’impronta così forte nel suo cuore di pastore da condurlo a favorire nella Chiesa la prospettiva del dialogo ecumenico, che ebbe un notevole impulso nel Concilio Vaticano II, voluto proprio da Papa Roncalli. In un certo senso, dobbiamo ringraziare questa terra per l’intuizione saggia e ispiratrice del Papa buono".
Ma i riferimenti a Roncalli non si fermano qua. Quella iniziata oggi è la seconda visita di un Pontefice dopo quella nel 2002 di Giovanni Paolo II ed il motto scelto per questo viaggio, Pacem in Terris, richiama proprio l’enciclica di Giovanni XXIII.
Un riferimento voluto per sottolineare quanto sia importante costruire una pace vera e stabile, unico fondamento su cui costruire un mondo dove possano trovare spazio verità, giustizia, libertà, amore... temi che sono il filo conduttore anche di altri appuntamenti che caratterizzano questo viaggio apostolico: la preghiera davanti al trono dei Santi Cirillo e Metodio nella Cattedrale Patriarcale di San Alexander Nevsky (avvenuto oggi) e la visita di martedì prossimo al Memoriale che a Skopje ricorda la figura di Madre Teresa di Calcutta.
I Santi Cirillo e Metodio stanno a simboleggiare infatti il desiderio di evangelizzare popoli nuovi, popoli sconosciuti attraverso uno spirito basato sull'incontro e la fratellanza, uniche armi per superare divisioni e tensioni, per sottolineare la necessità e l'importanza di costruire ponti e abbattere muri, con lo scopo di accogliere, proteggere, promuovere e integrare... E proprio per questo, Francesco lunedì visiterà anche un campo profughi a Sofia e martedì volerà a Skopje per ricordare Madre Teresa, per sottolineare l'importanza di tutelare la dignità di quanti si trovano in una situazione di vulnerabilità e di emarginazione.