"No canto canciones politicas ni de derecha y ni de izquierda. Lo que pienso de la vida lo canto desde hace 30 años. Que el fascismo sea una verguenza absoluta me parece obvio para todos. No quiero que nadie me use para propaganda politica. No se inventen lo que no soy".

La precisazione, di cui non c'è bisogno di traduzione, è della cantante Laura Pausini a seguito delle critiche, via social, che ha scatenato una sua dichiarazione ad una trasmissione tv spagnola, dove i conduttori le chiedevano di cantare Bella Ciao.

Per la Pausini, Bella Ciao, è una canzone politica, "muy politica" e lei non ama cantare le canzoni politiche... 

In base ha quanto ha detto in diretta e soprattutto a quanto ha precisato in seguito, la povera (in senso intellettuale) Pausini ha dimostrato di non capir nulla di politica e neppure di storia.

La poveretta, sempre in senso spirituale, non sa che Bella Ciao non è una canzone politica, ma un canto popolare della Resistenza o comunque attribuito alla Resistenza e quindi alla lotta partigiana, che fu fatta da comunisti, azionisti, monarchici, socialisti, democristiani, liberali, repubblicani, anarchici... insomma da tutte le forze politiche antifasciste.

E la poveretta dice di condannare il fascismo rifiutando si cantare un canto popolare della Resistenza! Qualcuno le stia vicino, perché ha bisogno di essere assistita!

Non solo la povera Pausini ha dimostrato di non conoscere la storia, ma per il terrore di non voler esser etichettata né di destra né di sinistra (evidentemente per evitare di perdere consensi e fatturato) ha finito per descriversi come una ignorante di prima classe, con il risultato di essere osannata dai fascisti (quelli che oggi si fanno chiamare conservatori) ed insultata da chiunque pretenda che i valori della Resistenza vengano riconosciuti... senza se e senza me.

In pratica, il risultato ottenuto è ciò che voleva evitare.