Molte delle azioni di guerra condotte da Israele nella Striscia di Gaza contengono gli elementi costitutivi dei delitti di genocidio. Bisogna avere il coraggio di dirlo e di scriverlo. Il diritto penale internazionale sul punto è chiarissimo. Alcune condotte sanzionate dai trattati internazionali sui diritti umani sono perpetrate ogni giorno sotto gli occhi di gran parte degli osservatori.

Il numero di palestinesi uccisi negli incessanti attacchi aerei e terrestri di Israele dal 7 ottobre è ora di quasi 30.000, con oltre 64.000 feriti. Più di 10.000 bambini sono stati uccisi nella Striscia in oltre 120 giorni di violenza, secondo gli ultimi dati forniti da Save the Children, e altre migliaia sono disperse, presumibilmente sepolti sotto le macerie. Israele sta concentrando i suoi attacchi aerei e di terra proprio nelle aree in cui le famiglie si rifugiano. Ciò che Israele sta facendo in questo momento se non è genocidio cos’è?

Tali condotte rientrano nella definizione giuridica di genocidio prevista sia dallo Statuto di Roma sia dalla Convenzione sulla Prevenzione e Repressione dei Crimini di Genocidio. Il crimine in questione richiede una condotta specifica e l’intenzionalità. Elementi sussumibili senza particolare difficoltà nelle varie azioni di guerra e nelle oltre cento dichiarazioni d’intento genocida espresse ai più alti livelli dell’esercito e del governo israeliano dal 7 ottobre in poi.

La Convenzione definisce genocidio quella condotta “commessa con l’intento di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo etnico, razziale o religioso”. Israele sarebbe colpevole di almeno tre delle cinque condotte previste dalla legge: “Uccidere persone appartenenti a un’etnia”, “Causare gravi danni fisici o mentali a tali appartenenti” e “Infliggere deliberatamente condizioni di vita inumane per provocare la loro distruzione fisica totale o parziale”.

Oltre ottocento studiosi di diritto internazionale, si sono espressi affermando che Israele con le sue azioni di guerra stia commettendo un genocidio. Pende anche un ricorso davanti alla Corte internazionale di Giustizia dell’ONU proprio per la violazione della Convenzione sul genocidio.

Negli Stati Uniti sono in corso ricorsi finalizzati a citare in giudizio l’amministrazione Biden colpevole di aver violato la Convenzione sul genocidio. Un giudice americano ha già dichiarato ammissibile l'azione legale nei confronti degli Stati Uniti. Vedremo nei prossimi mesi cosa dirà la giurisprudenza nazionale e internazionale.



Vincenzo Musacchio, criminologo forense, giurista, associato al Rutgers Institute on Anti-Corruption Studies (RIACS) di Newark (USA). È ricercatore indipendente e membro dell’Alta Scuola di Studi Strategici sulla Criminalità Organizzata del Royal United Services Institute di Londra