Dopo le diatribe dei giorni scorsi, è passato alla Camera in prima lettura il disegno di legge anticorruzione con 288 voti a favore, 143 contrari. Al fragoroso applauso del gruppo 5 Stelle, si è contrapposto l'assordante silenzio del gruppo leghista, i cui deputati, all'annuncio dell'esito della votazione, sono rimasti immobili.

Una rappresentazione oggettiva dei rapporti, non proprio idilliaci tra i due alleati, o se si preferisce soci, che compongono l'attuale maggioranza.

E per capire l'aria che tira tra i "contraenti" del Contratto di Governo, è interessante riportare le parole del sottosegretario alle Infrastrutture Armando Siri, consigliere economico di Matteo Salvini, sul reddito di cittadinanza, riprese dal Sole 24 Ore:

«Dobbiamo coinvolgere di più il mondo produttivo ed evitare che il sussidio si possa tramutare in una misura assistenziale. Il reddito di cittadinanza deve essere erogato direttamente all'azienda che si occuperà di formare e riqualificare il disoccupato. Sostanzialmente, l’impresa agirà da "sostituto d’imposta", versando l’equivalente all'interessato che, al termine del periodo di formazione-lavoro, potrà essere assunto dalla stessa impresa, oppure mettersi sul mercato con un bagaglio di competenze aggiornato.»

In pratica, uno stravolgimento della proposta elettorale del Movimento che andrebbe ad eliminare gran parte della sua efficacia, restringendo anche la platea dei beneficiari.