Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha replicato duramente all'ennesima manifestazione che si è tenuta sabato a Gerusalemme nei pressi della sua residenza, con migliaia di persone che ancora una volta ne chiedevano le dimissioni, sia per i casi di corruzione per cui è a processo, sia per come ha gestito e sta gestendo la crisi legata alla pandemia.

Netanyahu ha accusato i manifestanti di calpestare la democrazia con il sostegno dei media israeliani.

Il premier israeliano ha espresso le sue critiche nei confronti delle manifestazioni e dei media durante la riunione settimanale del suo gabinetto, sostenendo  che i manifestanti, pur affermando di voler "preservare la democrazia, in realtà la stanno calpestando". Secondo Netanyahu il successo della protesta è dovuto unicamente ad una mobilitazione mediatica senza precedenti, di cui si sarebbe resa responsabile la stampa israeliana, usando una uniformità di giudizio di tipo "nordcoreano" e non limitandosi a riferire quanto sta accadendo, ma prendendovi parte attivamente... aggiungendo benzina sul fuoco. D'altro canto  il suo principale alleato di governo, il ministro della Difesa, Benny Gantz, ha difeso le manifestazioni, dichiarando che "il diritto di protestare è la linfa vitale della democrazia".

Come ricorda il quotidiano Haaretz, la vera forza delle manifestazioni risiede nel fatto che non abbiano una matrice politica ben definita e dei leader che indirizzino la protesta... è semplicemente un movimento che si auto organizza dal basso sfruttando i social come strumento per darsi appuntamento in piazza.

Intanto gli ultimi sondaggi mostrano che la popolarità di Netanyahu è in costante declino.