In neppure due giorni già oltre mille le vittime del conflitto in atto tra Gaza e Israele
Già ieri è iniziata la vendetta annunciata dal premier israeliano Benjamin Netanyahu in risposta all'attacco dei miliziani di Hamas che hanno invaso molte località del sud di Israele, uccidendo, ferendo e prendendo come ostaggi chiunque si parasse loro incontro, militari o civili. Una vendetta che mira ad eliminare Hamas. Una vendetta che è iniziata con la dichiarazione dello stato di guerra a cui sono seguiti i bombardamenti nella Striscia, che già sabato avevano causato centinaia di vittime tra i palestinesi.
Gli attacchi aerei dell'aviazione israeliana sono continuati anche la notte e hanno colpito edifici, tunnel, una moschea e le abitazioni degli ufficiali di Hamas, portando a più di 300, tra cui 20 minori, il numero delle vittime... ovviamente destinato a crescere, considerando che l'esercito israeliano si starebbe preparando ad entrare a Gaza.
Cresce anche il numero delle vittime israeliane che secondo le autorità è stimato esser superiore a 600 (un numero che cambia di ora in ora), mentre i feriti sono 2048, tra cui 20 in condizioni critiche e 330 gravi. Ancora non è stato comunicato un dato certo, da parte di Israele, sul numero di persone che sono state prese in ostaggio, ma Hamas dice che lo farà a breve.
I combattimenti nel sud di Israele, nelle località in prossimità del confine con la Striscia di Gaza non sono ancora terminati, anche se l'IDF dichiara di aver ripreso il controllo di alcune aree e di aver ucciso molti miliziani di Hamas, mentre allo stesso tempo sta però allertando e/o effettuando evacuazioni in altre località ritenute a rischio.
Considerando gli ostaggi e la volontà di Israele - data per scontata - di entrare in forze nella Striscia, la guerra in atto non si concluderà in pochi giorni. Ma a questo vanno aggiunte le possibili evoluzioni, che ci vengono suggerite da altri eventi accaduti in queste ore.
I colpi di mortaio sparati dai miliziani di Hezbollah dal sud del Libano, potrebbero essere l'indizio che per Israele si sta aprendo anche un fronte nel nord del Paese. Hezbollah, così come Hamas, è finanziato e supportato militarmente dall'Iran. Considerando la maggioranza che governa adesso in Israele (le opposizioni hanno comunque proposto di essere coinvolte nelle scelte dell'esecutivo durante la crisi) non è da escludere che Netanyahu non decida di coinvolgere nel conflitto anche Teheran.
In neppure due giorni di guerra, a causa della cecità e della stupidità dell'occidente "democratico", tra israeliani e palestinesi sono morte già oltre un migliaio di persone e gli idioti che finora hanno consentito ad Israele di praticare indisturbata una politica di apartheid denunciata più volte da organizzazioni terze mai ascoltate (se non addirittura irrise), invece di fare un mea culpa per gli errori fatti in passato invocando da entrambe le parti la fine delle ostilità e l'inizio di trattative serrate e vere con allegate eventuali sanzioni, fanno a gara nel rilasciare dichiarazioni assurde su un supporto incondizionato a Israele che - anche un cerebroleso lo capirebbe - finirà per creare una ulteriore radicalizzazione del conflitto ed un suo quasi certo allargamento.