articolo di Gabriele Catozzi.


Il sospetto è più che giustificato, il dubbio, fino a prova contraria, legittimo.

Se un dato di fatto conclamato come una percentuale di “vaccinati” che si dichiara ormai quasi al 90% , perché tanta insistenza e tanta acredine vediamo mostrarsi ogni giorno nelle affermazioni di coloro che sono ai vertici di informazione, gestione della sanità, della politica ecc…

Il fatto che il condirettore del Resto del Carlino Beppe Boni auspichi , nel suo editoriale del 15 novembre, più severe punizioni (così ammettendo che sistemi punitivi sono già in atto), nei confronti di coloro che lui chiama “negazionisti”, ovvero chi ha deciso di non sottoporsi all’inoculazione del “siero” e che nessuno si preoccupi di evidenziare un atteggiamento che, divulgato in simile modo, può essere identificato come un incitamento all’odio nei confronti di una minoranza che esercita un proprio legittimo diritto è un grave segnale di degrado democratico. Ma anche tanti presidenti di regione chiedono restrizioni più forti solo per i non “vaccinati” dimostrando un atteggiamento di cieco fideismo volto esclusivamente a soddisfare il bisogno di punire il “dissidente”, colui che si vuole identificare come untore, nemico della società allineata e perbene. Si sa che chi non obbedisce alla linea di condotta dettata perde il posto, ma certe dichiarazioni dovrebbero avere un limite morale.

E cosa proporranno quando tutti i “dissidenti” saranno chiusi in casa e i contagi tra “vaccinati” continueranno? E come continuare a ignorare i tanti casi di malori improvvisi e altri danni sempre senza correlazione e che il governo ha da subito preventivamente provveduto a non considerare (scudo penale)? Come potrà reggere un protrarsi ingiustificato del perenne stato di emergenza senza identificare un colpevole? Già ora, come all’inizio, i contagi nelle RSA aumentano di giorno in giorno (eppure sia personale che ospiti sono regolarmente “sierati”).

Questo metodo, trainato da una campagna mediatica senza precedenti, finirà per non convincere più nessuno e forse i problemi gravi di un paese in crisi non solo di democrazia, ma anche di prospettive, di crescita economica, di proposte politiche, inizieranno ad evidenziarsi. Non pensino, i nostri amministratori, di potere sfruttare il paravento covid per sempre. Dovremo, prima o poi, capire quali e quanti interessi economici si nascondono sotto il cupo mantello della “pandemia”, ricordiamoci che il Recovery plan non è un dono elargito da anonimi benefattori per il benessere dei popoli. 

La corretta informazione non dovrebbe né illudere né creare risentimento e odio, nemmeno nei confronti delle minoranze. Ciò che accade oggi appare sempre più evidente, non ha più attinenze con la cosiddetta lotta al virus, non ha nulla di scientifico, è un susseguirsi di contraddizioni che generano solo insicurezze in una popolazione che prima o poi chiederà un resoconto veritiero e molto probabilmente non otterrà nessuna risposta.