Il segretario del Tesoro Steven Mnuchin negli ultimi tempi aveva lavorato ad una ripresa dei colloqui commerciali con la Cina, tanto che durante questa settimana si era parlato di progressi nella trattativa avviata per risolvere la questione sul disavanzo di bilancio sollevata dagli Usa, cui era seguita la notizia di un invito ufficiale al Vice Premier Liu He per approfondire il tema.

Nonostante ciò, ieri, da fonti interne all'amministrazione Usa è trapelata l'anticipazione, non smentita, che lunedì Trump annuncerà un aumento dei dazi sull'importazione di beni dalla Cina per un valore di 200 miliardi di dollari.

L'aumento interesserà prodotti del settore IT, dispositivi elettronici, circuiti stampati, beni di consumo tra cui prodotti alimentari, mobili e prodotti di arredamento, pneumatici, biciclette, prodotti chimici, plastica...

A differenza di quanto accaduto in passato, l'aumento dei dazi stavolta non sarà del 25%, ma probabilmente di circa il 10%, secondo quanto ha riportato dal Wall Street Journal. E questo potrebbe voler dire che Trump adesso comincia anche a guardare all'impatto che le sue scelte potrebbero avere sul mercato interno, per evitare l'aumento dei prezzi su molti beni di consumo.

Va comunque ricordato che nel 2018, secondo i dati del Census Bureau (l'Istat locale), le importazioni dalla Cina fino ai primi 7 mesi dell'anno sono aumentate di quasi il 9% rispetto allo stesso periodo del 2017.