Politica

È bastato che l'Università di Torino non partecipasse ad un bando per mandare fuori di testa i sionisti e i loro complici

Che cosa è accaduto nella seduta del Senato Accademico dell'Università di Torino il 19 marzo scorso?

Semplicemente che l'Università ha ritenuto inopportuno partecipare al bando del Ministero degli Esteri per la ricerca condivisa tra Italia e Israele, "visto il protrarsi della situazione di guerra a Gaza".

Apriti cielo!

La premier Meloni ha lanciato il sasso dicendosi sorpresa (per non dire inc...ata) per l'accaduto e subito i media al traino hanno innescato la solita pagliacciata sull'antisemitismo, facendo a gara a chi la sparasse più grossa. Ecco alcuni esempi...

  • Di Segni, preoccupa escalation atenei, odio verso ebrei (La Gazzetta del Mezzogiorno)
  • Le Università della vergogna (Panorama)
  • Torino, che schifo i professori sottomessi agli studenti comunisti (Nicola Porro)
  • Via i soldi alle Università che mettono il bavaglio (Liberoquotidiano.it)...

fino ad arrivare all'HuffPost in cui nell'articolo di Battista dei pacifici studenti con uno striscione vengono paragonati ad una violenta squadraccia fascista che impone il proprio volere a degli indifesi (ma vigliacchi) professori che si sarebbero umiliati assecondando il volere altrui.

La propaganda sionista non ha limiti, e tanta è la sua arroganza che è pari solo alla sua indecenza.

Purtroppo, la decisione del Senato Accademico dell'Università di Torino è solo un semplicissimo gesto d'attenzione sul genocidio in atto a Gaza e, come ha spiegato anche il rettore, Stefano Geuna, non è un boicottaggio:

"La decisione non è un’avversione contro Israele. Non lo è nessuno dei membri del Senato accademico. Ieri, nel momento di ascolto che abbiamo fatto con i ragazzi che protestavano, tutti i docenti hanno detto non vogliamo i boicottaggi. È stata fatta una valutazione da parte della comunità accademica che credo vada rispettata per quello che è. Non c’è alcuna intenzione di far infuriare nessuno e non c’è il boicottaggio, men che meno antisemitismo come ho anche letto. I fatti parlano da soli. E non vorrei commentare ulteriormente per attivare un dibattito su una questione che abbiamo chiarito oggi, forse perché ieri non era molto chiara. Si tratta di una cosa molto specifica. Ma le collaborazioni con gli atenei israeliani rimangono assolutamente in piedi".

Solo perché qualcuno si è "azzardato" a fare un piccolo gesto, che Meloni ha reso pubblico ad arte per far vedere ai sionisti italiani da che parte sta (per lei le prossime europee sono una specie di spartiacque ed ogni voto le è indispensabile), allora è esplosa non una sollevazione di popolo, ma di media, per far credere che i poveri ebrei sono ancora vittime della persecuzione.

E quegli esaltati che supportano tale tesi non solo non vogliono ammettere che a Gaza sia in corso un genocidio, ma danno pure di matto se si fa presente loro che in Israele vi è un regime di apartheid di cui anche le università, come dimostra il caso Ariel, sono partecipi e, pertanto complici.

Finché il cosiddetto occidente non metterà in campo una campagna di boicottaggio, disinvestimenti e sanzioni contro Israele (fintantoché non ripristini il rispetto del diritto internazionale), non potrà mai esserci uno Stato palestinese e, di conseguenza, la pace in Medio Oriente.

Ed è proprio questo che da sempre vogliono i sionisti che non riconoscono i Territori Occupati (per loro la Cisgiordania si chiama Giudea e Samaria), compresa Gerusalemme Est, perché per loro esiste solo Gerusalemme, da cui i palestinesi devono essere cacciati.

Ma questo gli esaltati a supporto del sionismo si guardano bene dal farlo sapere.

Autore Ugo Longhi
Categoria Politica
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