Economia

Debito Pubblico ne usciremo mai? Parte 2


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L'Italia verso la risalitaNell'immediato secondo dopoguerra l'inflazione sbriciola il debito, nel (1946 nascita della prima Repubblica) il rapporto come dicevamo debito pil è al 40% (minore a quello dell’Unificazione).  Il ministro dell'Economia e delle Finanze, poi Governatore della Banca d’Italia, Einaudi,  il 1° ottobre attua una manovra di stabilizzazione monetaria, che prevede l'innalzamento delle riserve obbligatorie presso la  Banca D'Italia, il provvedimento contribuisce indirettamente a modificare la composizione del debito  verso i titoli a breve termine attraverso la possibilità per le banche di assolvere i loro obblighi di riserva presso la Banca d’Italia con titoli a breve termine del Tesoro. Nel 1949, tali titoli rappresentano circa il 30% del totale , valore più alto di quel periodo, la politica di bilancio degli anni 50  fu rigida  e manterrà un buon equilibrio nei conti pubblici, il rapporto pil si terrà per anni dal 25% al 35%   la grande crescita economica fu sostenuta da una combinazione di fattori, tra cui il grande volume di import export, Il Pil cresce grazie al cambio di strategia di sviluppo, rispetto all’Italia fascista che  lo reprimeva.Dal commercio mondiale  L’Italia ottiene benefici anche per gli accordi monetari  che prevedono un sistema di cambi fissi basato sul dollaro, per molti anni il paese sarà guidato dalla Democrazia Cristiana e in alcuni anni con delle coalizioni, Governi che spesso  dureranno un anno o poco più e persino un governo di un mese e due giorni.


L'Economia Risorta

Con l’avvento degli anni ’60 il tasso di disoccupazione è ai minimi storici e il debito pubblico ammontava a 4 miliardi di euro, nel 1963 il nostro debito pubblico rispetto al PIL toccò il livello minimo dal dopoguerra (32,6%) dopo , questo indicatore cominciò a crescere ininterrottamente fino al 1991 prevalentemente per  l’indebitamento  della pubblica amministrazione , le due componenti di Governo con interessi contrastanti metteranno fine ad una disciplina fiscale  con l'effettto di un deterioramento dei conti pubblici con l'innalzamento conseguenziale del debito.Nel 1964, in piena crescita economica, quando l’economia italiana cresce in media del 5% annuo sostanzialmente senza inflazione,  il rapporto debito-Pil si trova al 33%  perché  il costo del debito è inferiore a causa d el tasso di crescita e la politica fiscale si tiene equilibrata.Se il debito aumenta ma aumenta anche la crescita non è un problema. 

Aria di  Cambiamenti     A partire dal 1967, ha inizio un nuovo processo di aggiustamento dei conti pubblici che trae forza dalla presenza  nel nuovo Governo di una componente prevalentemente liberista. Nel 1968 il rapporto debito-Pil già è aumentato  al 41%, ad emergere saranno  tensioni finanziarie ed economiche, sia sul piano interno e internazionale.

Un colpo di freno     

Verso la fine degli anni Sessanta  l'inflazione porta ad una sospensione temporanea della politica di stabilizzazione del tasso di interesse per timore di una fuoriuscita di capitali e del conseguente disavanzo della bilancia dei pagamenti. e la  Banca d’Italia a fronte delle incertezze del mercato, svolgerà  il ruolo di compratore di ultima istanza nell’offerta di titoli pubblici, perdendo,in questo modo, l’autonomia necessaria per conseguire gli obiettivi finali monetari. Dal 68 al 75 per effetto dell'aumento del petrolio sarà coinvolta  l’intera economia mondiale con il principale innalzamento dei costi delle materie  e l’Italia  vedrà  scemare il valore relativo dei beni offerti in confronto alle materie prime di cui non dispone,  si avrà il  primo vero rallentamento della crescita economica e l' inflazione causata dall’innalzamento dei prezzi interni.


La Genesi di un  processo di Degenerazione       

Lo Stato, per alleggerire le difficoltà, aumentò la spesa pubblica, ma senza l’incremento delle entrate e  il rapporto debito/Pil, dal 33% negli anni Sessanta, aumentò al 36,8%   nel 1970  arrivando al 55,8% nel 1975. Si concentra  sull'assetto giuridico e finanziario degli ospedali,  che getta le basi per la successiva istituzione del Servizio Sanitario Nazionale, ci sarà un' aumento  delle spese per le prestazioni sociali e l’espansione delle spese per i dipendenti pubblici , per le pensioni e  gli stipendi  si compiranno provvedimenti a favore di  fenomeni inflattivi: 1. passando da un meccanismo di liquidazione delle pensioni, contributivo a retributivo che garantirà  una pensione fissa in base alla retribuzione passata, a fronte di una restituzione di quanto versato;2. l’indicizzazione delle pensioni ai prezzi al consumo e l’istituzione della ‘pensione sociale’ per i cittadini che superano i sessantacinque anni con redditi bassi;3. i salari, dopo un aumento contenuto nel 1968 e 1969, registrano aumenti a doppia cifra in termini nominali nella prima metà degli anni Settanta,  surclassando i ritmi di crescita della produttività e diventando a tutti gli effetti una variabile indipendente e il  processo culminerà nel 1975 quando Confindustria, Governo e sindacati confederali si accorderanno sul punto di contingenza’  un  adeguamento automatico dei salari corrisposto all'aumento  del costo della vita.L’accordo però non frena l’inflazione ma per come l'accordo venne configurato da il via a un circolo vizioso  di aumenti. Il debito pubblico nel 1970 è di 13,4 miliardi di euro.


Piccola riflessione

Notiamo come  eventi e  periodi  caratterizzeranno condizioni difficili alla crescita e al rapporto debito pil, verso la fine degli anni 60 i sintomi dell'Italia sono quelli di una gestione drogata dalla spesa , un  sistema finanziario abbastanza sofferto, i danni della guerra sono stati cosi impattanti che il paese dal punto di vista economico regge il gioco solo grazie a determinati fattori brevi. Rallentamenti di crescita penalizzazione monetaria potevano essere previsti ? come l'aumento smisurato del costo della vita siglando degli accordi senza prendere forme precauzionali su inflazione e altre variabili,l'azione politica su alcune  scelte intraprese sarà  fallimentare dal punto di vista dei conti . se da una parte lo sviluppo , la costruzione di ospedali  le pensioni sociali erano necessarie e non ci stavamo  dal punto di vista dei rientri e qualcuno doveva pur pensare a questi rientri ?con l'aggiunta di azioni di privilegio sociale  come il cambio del sistema pensionistico e di liquidazione , un'azzardo che si pagherà con gli interessi, mentre oggi paradossalmente siamo tornati al vecchio sistema pensionistico. 

GRAZIE PER LA LETTURA.

Autore Alessandro
Categoria Economia
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