Come sta "realmente" Donald Trump?
Le informazioni sul reale stato di salute del presidente Usa si accavallano in maniera contraddittoria, stando a quanto comunicato sia dallo staff che dallo stesso presidente. Questo è ciò che finora è accaduto a Trump, in base a quanto detto e non detto dalle persone che gli sono state vicine negli ultimi giorni.
Il sospetto che Trump fosse contagiato risalirebbe già a mercoledì pomeriggio, anche se la positività è stata ufficialmente comunicata ventiquattr'ore dopo. Nel frattempo, il presidente ha incontrato numerose persone, anche in un evento elettorale, senza indossare la mascherina.
Venerdì, Trump faceva fatica a respirare ed è ricorso all'ossigeno. Per tale motivo è stato deciso di portarlo in ospedale.
Il capo dello staff, Mark Meadows, sabato mattina ha dichiarato (cercando inutilmente di far passare le sue parole come provenienti da fonte anonima) che solo nelle prossime 48 ore sarà possibile capire l'evoluzione della malattia di Trump, in base a come il suo fisico reagirà alle cure, dipingendo un quadro clinico quasi a tinte fosche.
Questo mentre il medico personale di Trump, Sean Conley, dichiarava alla stampa che il presidente stava bene e che tutto stava andando per il meglio.
Venuto a conoscenza delle dichiarazioni di Meadows, Trump, oltre ad andare su tutte le furie, ha deciso di pubblicare un video su Twitter per dimostrare che era in buona salute... salvo poi confermare quello che aveva detto in precedenza il capo dello staff della Casa Bianca: "We'll be seeing what happens over those next couple of days"... vedremo quel che accadrà tra un paio di giorni.
Se il decorso della malattia dovesse essere più problematico del previsto, anche i tempi di recupero, considerati i 74 anni di Trump, sarebbero altrettanto lunghi, mettendo quindi a rischio la sua possibilità di riprendere la campagna per le presidenziali del 3 novembre.
Un problema non da poco, visto che la sua strategia elettorale si è basata finora, anche in relazione alla pandemia, su un "machismo" che ben poco si sposa con le attuali condizioni di salute di Trump. Un problema che diventa ancora più grave se si considera che il suo vice, Pence, non è certo all'altezza di sostituirlo nella rappresentazione di sé che l'attuale presidente ha venduto alla nazione... in fondo Pence è stato scelto proprio perché non c'era il rischio che potesse diventare una figura di primo piano.
Quindi i prossimi due giorni saranno decisivi non solo per la salute di Trump, ma anche per la sua rielezione.