Parlando, questo sabato, al 25° congresso degli operatori dei mercati finanziari organizzato da ASSIOM FOREX a Roma, il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco non pare aver condiviso l'ottimismo del premier Conte - "ci sono tutte le premesse per un bellissimo 2019 e per gli anni a venire. L’Italia ha un programma di ripresa incredibile" - riguardo la situazione economica del nostro Paese.
Di seguito alcuni passaggi dell'intervento di Visco.
Per il governatore di Bankitalia "le ultime proiezioni sulla crescita dell’economia italiana per l’anno in corso, pubblicate nel Bollettino economico di gennaio, si collocano allo 0,6 per cento, in linea con quelle elaborate dai principali previsori nazionali e internazionali, ma con ampi rischi al ribasso.
Rispetto alle stime di inizio dicembre – quando la proiezione centrale della crescita del PIL era pari all’1,0 per cento – la revisione riflette in larga parte l’inclusione di dati sfavorevoli sull’attività economica divenuti disponibili successivamente e confermati dalle informazioni sul quarto trimestre diffuse questa settimana dall’Istat; vi contribuiscono inoltre il ridimensionamento dei piani di investimento delle imprese segnalato dalle nostre indagini e il peggioramento delle attese sulla domanda estera.
Le proiezioni tengono conto del sostegno fornito alla domanda aggregata dalle misure espansive del bilancio pubblico per il 2019, la cui effettiva entità dipenderà dalle modalità di attuazione." ...
"Sulle prospettive per l’anno in corso - ha sottolineato Visco - e sulle proiezioni per il successivo biennio, che prefigurano il ritorno della crescita attorno all’1 per cento, gravano fattori di rischio rilevanti, di origine sia internazionale sia interna."
A preoccupare Visco, oltre alle incertezze dell'economia internazionale con i problemi tra Cina e Usa e quelli legati alla Brexit, ci sono i conti di casa nostra.
"L’incertezza sulla politica di bilancio non si è dissipata. L’accordo con la Commissione è stato raggiunto per il 2019, ma per il 2020-21 restano da definire numerosi aspetti e, specialmente, il futuro delle cosiddette clausole di salvaguardia, il cui importo è stato portato all’1,2 per cento del prodotto nel 2020 e all’1,5 nel 2021.
Se fossero disattivate senza prevedere misure compensative, il disavanzo si collocherebbe intorno al 3 per cento del PIL in entrambi gli anni.
Per assicurare un effettivo sostegno all’attività economica la politica di bilancio deve preservare la fiducia nel percorso di riequilibrio dei conti pubblici e nella prospettiva di riduzione del rapporto tra debito e prodotto.
L’ammontare di titoli pubblici da collocare annualmente sul mercato continua a essere ingente: quasi 340 miliardi per il solo rinnovo dei titoli in scadenza nel 2019, che si sommano ai circa 50 previsti a copertura del disavanzo."
In conclusione, "le prospettive dell’economia italiana - ha affermato Visco - sono oggi meno favorevoli di un anno fa. Sono gravate da rischi al ribasso che hanno in parte origine estera, ma che continuano a riflettere in misura significativa le debolezze proprie del nostro paese, in primo luogo l’incertezza sulla crescita, oltre che sull’orientamento della politica di bilancio e sulla ripresa di un percorso credibile di riduzione del peso del debito pubblico sull’economia."