“Bisogna ragionare su fonti alternative di energia da produrre in Italia. Escluso l’idroelettrico si potrebbero prendere in considerazione i terreni incolti dell’ordine dei due ettari per i parchi fotovoltaici, il mare per lo sviluppo degli impianti eolici off-shore, gli impianti a biomasse per la produzione di biometano e l’utilizzo del solare termodinamico per migliorare i processi di autoconsumo”.

A dirlo è l’ingegnere Carlo Martino di Confapi, presidente di Tecnomec Engineering. Per ridurre l’impatto paesaggistico di eolico e solare fotovoltaico, secondo Martino “si possono creare dei parchi eolici off-shore, che risultano più efficienti e costanti e sono distanti dalla costa. Si dovrebbe poi optare per il solare termodinamico nella logica dell’autoconsumo, riducendo l’occupazione dei terreni. Da non escludere inoltre gli impianti per la produzione di idrogeno verde, supportati da tecnologia fotovoltaica, che ha le carte in regola per diventare un vettore energetico del prossimo futuro, in quanto ha il vantaggio di restituire come unico prodotto di scarto l’acqua.

Purtroppo – prosegue Carlo Martino – il processo di ottenimento dell’idrogeno richiede la trasformazione di altri composti, quali l’acqua e il metano, tramite tecniche energivore e molto inquinanti”.

“Transitando verso il concetto di mobilità sostenibile complementare all’elettrico, però, si dovrà trovare il modo di produrre idrogeno verde a prezzi convenienti e soprattutto di stoccarlo in forma gassosa in serbatoi capaci di sopportare pressioni elevate, nell’ordine dei 700 Bar. Le realtà del settore Oil&Gas sono già in grado di produrre questi supporti – conclude – ma è necessaria una campagna di finanziamenti per sostenere la diversificazione della produzione verso il settore idrogeno”.