Lo scorso 29 agosto è stata celebrata la Giornata internazionale contro gli esperimenti nucleari. Presso l’Assemblea generale dell’ONU hanno parlato i rappresentanti di diversi Paesi e si è sollevata nuovamente la polemica riguardante la posizione degli Stati Uniti.
Washington infatti non ha ancora ratificato il trattato sulla messa al bando totale degli esperimenti nucleari, il CTBT (Comprehensive Nuclear-Test-Ban Treaty).
Pur essendo uno dei primi Stati firmatari, la procedura interna si è fermata e con essa anche l’attuazione del trattato: oltre agli USA, manca anche la ratifica di Cina, Israele, Egitto e Iran e la firma di India, Pakistan e Corea del Nord. Senza la loro piena partecipazione, il trattato resta lettera morta o si limita ad avere un valore morale, che è importante ma purtroppo non cogente.
Delle potenze nucleari e membri del Consiglio di Sicurezza, Francia, Regno Unito e Federazione Russa hanno effettuato tutti i passi necessari, ma le circostanze potrebbero portare ai dei ripensamenti. In questo senso, l’atteggiamento americano è provocatorio: la firma c’è, la ratifica no, e ora Washington vuole riprendere i test cosiddetti "subcritici”.
Non sono espressamente vietati dal trattato CTBT, ma sempre di esperimenti nucleari si parla. Insomma, l’America non ha certamente rinunciato a sviluppare e perfezionare il proprio potenziale nucleare a scopo militare, se pensiamo anche al progetto del sistema “Sentinel” che dovrebbe sostituire i missili intercontinentali “Minuteman III” nel prossimo decennio.