Milazzo (ME) - Taglio degli alberi: durissima replica del Sindaco agli ambientalisti
“Polemiche strumentali dal sapore unicamente politico”: così il Sindaco Pippo Midili contesta le prese di posizione di Legambiente, dell’Associazione Medici per l’Ambiente e di Italia Nostra definendole come “attacchi social che dimostrano come ormai certo impegno civico è solo di facciata e non ha nulla a che fare con chi ha a cuore il bene dei cittadini e della città”.
“C’è un sistema molto semplice e diretto per sapere come vanno le cose e perché si mettono in atto determinate azioni; ma è evidente che l’accesso agli atti non va più di moda ed è molto più comodo e appagante porre questioni morali su facebook e scrivere in chat invitando a crociate cittadine. Così si evita di conoscere i fatti prima e si è liberi di demonizzare trascinando tutto e tutti in un polverone, che impedisce di capire. Provo sdegno poi quando persone di spessa cultura alludono ad utilizzi privati di tronchi di albero rasentando la diffamazione.
Non ho caminetti a casa, stiano tranquilli. I tronchi sono stati rimossi e portati a discarica autorizzata, come facilmente documentabile e come il Comune di Milazzo fa dal mio insediamento con notevoli quantitativi di sfalci. La ragione, per la quale siamo stati costretti ad intervenire in alcune zone del territorio e saremo ancora costretti a farlo, sta nelle carte e nei fatti, che si sono verificati. Alla scuola del Capo si è intervenuti a seguito di due incidenti stradali verificatisi proprio all’esterno del plesso scolastico e per radici, che fuoriuscivano dall’asfalto dopo averlo deformato. In uno dei due incidenti i Carabinieri, sopraggiunti sul posto invitavano, l’Amministrazione, con nota scritta, ad intervenire immediatamente per rimuovere il pericolo per quanti transitavano in quella strada. Gli stessi militari dell’arma allegavano alla nota ampia documentazione fotografica.
A seguire la denuncia di residenti del Capo, depositate al Comando di Polizia Locale, che richiedevano sopralluogo e successivo intervento per porre fine all’evidente situazione di pericolo. Ancora i sopralluoghi con verbale degli uffici tecnici, che a più riprese hanno evidenziato come le radici di quegli alberi avessero non solo provocato il dissesto del manto stradale; ma anche esercitato una spinta sul muro di sostegno a confine con la via Paradiso tale da inficiarne la stabilità, determinando delle lesioni. Una situazione ulteriormente completata da una perizia di un agronomo professionista, e non certo da un medico analista o da un non meglio specificato esperto di Legambiente, il quale ha evidenziato che “l’impatto, che i pini hanno sulle infrastrutture (strada, scuola e muro di contenimento), soprattutto in conseguenza dell’anomalo sviluppo dell’apparato radicale, imponeva quale unica soluzione l’abbattimento degli alberi”.
Midili poi affronta la questione di via Dei Giardini:
“Gli attuali tigli sono stati piantumati meno di una ventina di anni fa in totale dispregio delle norme, che regolano la collocazione degli alberi in prossimità delle strade. La conseguenza è che oggi hanno occupato con le radici il piccolo marciapiede di 70 centimetri, rappresentando un pericolo per la pubblica incolumità, oltre che una vera e propria barriera architettonica non solo per i disabili; ma anche per i cittadini, che praticamente non possono percorrerlo.
Basta ricordare l’incidente stradale dello scorso anno, che solo per puro caso non ha provocato la morte di un pedone, che camminava ai margini della strada proprio per l’impossibilità di utilizzare il marciapiede e non dimentichiamo che quella strada spesso è utilizzata per raggiungere la nuova stazione ferroviaria; inoltre molte piante sono ammalorate, come confermatoci anche in questo caso dall’agronomo; ma qui il vero nodo riguarda la sicurezza, sulla quale non è possibile tergiversare, così come stabilito dal Codice Civile e dal Codice della Strada e peraltro sancito da alcune sentenze, che fissano precise responsabilità penali per gli amministratori non come sentenze del Consiglio di Stato citate da qualche ambientalista, che nulla hanno a che vedere con l’argomento, di cui parliamo. Sottacendo l’abbattimento delle barriere architettoniche, di cui in via dei Giardini non si è tenuto alcun conto.
Chi può transitare sui marciapiedi inesistenti di quella strada? Vergognoso e assentito dai silenzi assordanti di associazioni e personaggi, che avrebbero dovuto intervenire”. Infine la questione piazza Marconi:
“Oltre ad aver distrutto la pavimentazione dell’intera area, gli alberi presentano gravi criticità, che determinano spesso dei crolli come accaduti negli ultimi anni. Alberi piantumati su un dislivello di oltre 1 metro e mezzo con la chiara idea, che in futuro si sarebbero creati dei crolli e certamente situazioni di instabilità e pericolo. C’è chi sussurra di interventi di questa amministrazione, che avrebbe tagliato le radici o, ancora di più, mettendo acido o altre sostanze per ammalorare gli alberi. Se hanno prove concrete, di quello che dichiarano, lo denuncino pubblicamente, diversamente si vergognino di come continuano ad attaccare a soli fini politici chi, dopo anni ed anni di abbandono e disinteresse totale, stia oggi regalando alla città interventi concreti e di salvaguardia.
A Piazza Marconi è previsto un aumento del verde e quindi non capisco perché ci si ostina col difendere ciò, che non può più rimanere sempre per questioni di sicurezza. Sono disgustato da prese di posizione illogiche e che tentano solo di bloccare una pianificazione, che nel rispetto delle regole vuole riportare normalità a questa città anche nel verde. Lo testimonia la prossima piantumazione di circa duemila alberi grazie a progetti di questa amministrazione e già finanziati. Gli alberi in una città sono fondamentali; ma non tutti sono adatti a qualsiasi ambiente urbano ed alcuni sono pericolosi.
Serve quindi uno studio e una pianificazione attenta, in modo da scegliere le specie arboree più idonee e progettare città, che siano più sane e con un ridotto impatto ambientale ed è quello, che stiamo facendo, piaccia o meno a certo ambientalismo, che sa di politico e di vecchio”.