Esteri

Guterres insiste per un immediato cessate il fuoco definendo "l'incubo di Gaza" una crisi dell'umanità

Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, lunedì ha di nuovo chiesto un immediato cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, da lui definita ormai un "cimitero per bambini" con più di 4.100 minori uccisi nei bombardamenti israeliani dai primi giorni di ottobre, secondo il Ministero della Sanità dell'enclave.

"Secondo quanto riferito, centinaia di ragazze e ragazzi vengono uccisi e feriti ogni giorno", ha detto Guterres. "Secondo quanto riferito, in un periodo di quattro settimane sono stati uccisi più giornalisti che in qualsiasi conflitto negli ultimi tre decenni. Sono stati uccisi più operatori umanitari delle Nazioni Unite nella storia della nostra organizzazione.La catastrofe in atto rende sempre più urgente la necessità di un cessate il fuoco umanitario ogni ora che passa. Le parti in conflitto – e, di fatto, la comunità internazionale – si trovano ad affrontare una responsabilità immediata e fondamentale: fermare questa sofferenza collettiva disumana ed fornire quanti più aiuti umanitari a Gaza".

Guterres non ha dimenticato di ricordare anche che gli attacchi israeliani hanno preso di mira "ospedali, campi profughi, moschee, chiese e strutture delle Nazioni Unite, compresi i rifugi", sottolineando che "nessuno è al sicuro". Guterres ha poi criticato Hamas per aver utilizzato i civili come "scudi" e per aver continuato a "lanciare indiscriminatamente razzi verso Israele", chiedendo anche il rilascio dei prigionieri ancora detenuti a Gaza.

Guterres ha poi detto  che durante i combattimenti sono state commesse chiare violazioni del diritto internazionale e che "l'incubo a Gaza è più di una crisi umanitaria: è una crisi dell'umanità".

Infine, il segretario generale dell'Onu ha parlato della necessità di far entrare più aiuti umanitari possibili nella Striscia, ricordando che quelli attuali rappresentano solo un "rivolo" rispetto a quelli oceanici di cui c'è urgente bisogno e che il valico di Rafah, da solo, non è sufficiente per tale necessità.

Queste dichiarazioni giungono nel momento i cui il numero delle vittime palestinesi a Gaza ha superato le 10mila, 10.022 per la precisione, mentre sono 152 quelle in Cisgiordania.

Il responsabile della difesa dei diritti umani di Human Rights Watch, Bruno Stagno, ha ricordato agli Stati che forniscono ai belligeranti in questo conflitto armi che sanno che verranno utilizzate in attacchi illegali, secondo le norme internazionali possono essere ritenuti complici di crimini di guerra:

"Gli Stati Uniti, l'Iran e altri governi rischiano di essere complici di gravi abusi se continuano a fornire assistenza militare a noti trasgressori".

I criminali israeliani non sembrano però avere intenzione alcuna nell'accettare un cessate il fuoco e continuano, imperterriti, a bombardare i campi profughi nel nord, nel centro e nel sud della Striscia... senza soluzione di continuità, assassinando centinaia di civili. Uno di questi criminali ha nuovamente attaccato Guterres per quanto dichiarato oggi,  invitandolo a vergognarsi perché Hamas ha assassinato 30 bambini e sta trattenendo degli ostaggi, concludendo che il problema a Gaza è Hamas, non le attività di Israele per eliminarlo!

Però, più i numeri del genocidio in atto aumentano, più i leader europei che lo hanno sostenuto all'inizio hanno progressivamente diminuito il loro sostegno pubblico ai criminali israeliani, lasciando tale compito alla propaganda di squinternati pseudo-giornalisti e di galoppini di partito. 

Solo gli Stati Uniti rimangono a supportare pubblicamente Israele, con il segretario di Stato Blinken che ormai si è adattato a fare la figura dell'idiota andando in giro a dire che il suo Paese ha raccomandato ad Israele la necessità di risparmiare i civili e di consentire l'ingresso a Gaza di una quantità maggiore di aiuti umanitari. Ma se Blinken è un'idiota o, qualunque siano i motivi, ha accettato di fare la figura dell'idiota, i funzionari che lavorano al Dipartimento di Stato Usa non vogliono però essere etichettati come tali.

Lo hanno detto a Politico, dichiarando di aver fatto presente a Washington la necessità di criticare pubblicamente le violazioni delle norme internazionali commesse da parte di Israele, come l'incapacità di limitare le operazioni offensive a obiettivi militari legittimi, aggiungendo che quando Israele sostiene la violenza dei coloni e le espropri illegali di terre o impiega un uso eccessivo della forza contro i palestinesi, "dobbiamo comunicare pubblicamente che ciò va contro i nostri valori americani in modo che Israele non agisca impunemente".

Quello riportato da Politico è un promemoria interno, di cui però non si conoscono le adesioni. Tuttavia, Politico ha riferito anche che circolano diversi promemoria di dissenso relativi a come gli Stati Uniti hanno approcciato il conflitto in atto a Gaza. A metà ottobre, il funzionario del Dipartimento di Stato Josh Paul si è dimesso per i trasferimenti di armi statunitensi a Israele.

C'è poi da aggiungere che il genocidio dei palestinesi con l'intento di spingerli fuori da Gaza e dalla Cisgiordania avrà comunque un costo finanziario enorme per lo Stato ebraico che qualcuno ha stimato in oltre 50 miliardi di dollari... ma senza tener conto dei danni economici successivi che deriveranno dal fatto che, al di là degli accordi tra i governi, le persone non si recheranno più in Israele e inizieranno a boicottarne prodotti e tecnologia.

In sostanza, lo Stato ebraico, per accaparrarsi tutta la terra "dal mare al fiume" si sta suicidando e difficilmente, ancora una volta, riuscirà a mascherare i propri crimini e il suo vero volto facendosi nuovamente scudo delle vittiome della shoah.

Autore Giuseppe Ballerini
Categoria Esteri
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