Russia e Medio Oriente: le fallimentari strategie di Washington (e dell'Europa)
Il presidente iraniano Masoud Pezeshkian ha espresso soddisfazione e apprezzamento per l'allargamento dei legami con la Cina, le cui relazioni sono state definite sostenibili e strategiche. Basandosi su valori culturali comuni, tra cui il rispetto reciproco, l'uguaglianza e l'altruismo, l'Iran e la Cina hanno iniziato un nuovo capitolo di relazioni strategiche globali per il miglioramento delle relazioni in tutti i settori, ha dichiarato martedì il presidente Pezeshkian in un messaggio di congratulazioni al suo omologo cinese Xi Jinping in occasione del 75° anniversario della fondazione della Repubblica Popolare Cinese.
Come ci informa la nota precedente di una agenzia iraniana, il regime degli ayatollah è stato abbandonato prima nelle mani della Russia e adesso anche in quelle della Cina. Prossimo a dotarsi di un arsenale atomico, Teheran è stato invitato dall'occidente ad allearsi con l'altra parte di mondo, destinata tra l'altro a dare le carte nei prossimi anni, con Paesi come l'Indonesia - ad esempio - che a breve saranno il nuovo "bengodi" del mondo.
Gli Stati Uniti, una nazione ormai allo sbando a causa di un presidente non più in grado di capire cosa stia accadendo intorno a lui (figuriamoci a migliaia di Km di distanza), sono i registi di una crisi internazionale senza fine, prima promuovendo l'allargarsi del conflitto in Ucraina, e adesso consentendo a Israele di mettere in atto una guerra senza fine in Medio Oriente.
Dopo Gaza, Gerusalemme est e la Cisgiordania, lo Stato ebraico ha iniziato a radere al suolo anche il Libano, minacciando l'Iran di uguale sorte. Come ormai chiaro a tutti, esclusi giornalisti e politici al soldo di Tel Aviv, la sicurezza di Israele è annettersi la Palestina in toto, prendersi il Libano, perlomeno una parte, non escludendo poi di estendersi anche ad est, occupando parte della Giordania. Una follia? Chiedere spiegazioni a Smotrich e Ben Gvir. Per quanto riguarda Netanyahu, invece, a lui basta non andare in galera.
Il derelitto Biden, dopo aver tracciato linee rosse che Netanyahu ha sistematicamente ignorato, adesso, più prudentemente, si limita a fare da supporter al premier israeliano giustificandone i crimini, ultimo quello di Nasrallah, di cui ha applaudito l'assassinio e la violazione della sovranità territoriale del Libano, senza neppure far riferimento al fatto che radere al suolo sei palazzi significa anche assassinare dei civili.
E anche le uccisioni di civili libanesi che vengono indiscriminatamente bombardati da Israele con scuse sempre nuove e sempre più incredibili (lo Stato ebraico da tempo ha rinunciato a vergognarsi) non provocano alcun rimorso agli Stati Uniti, che plaudono all'iniziativa, senza dimenticare di aggiungere che verrà comunque portata avanti con giudizio.
E l'Europa? Avendo da tempo accettato il ruolo di serva sciocca di Washington, continua ad interpretarlo puntigliosamente senza dignità e anche contro i propri interessi, come ampiamente dimostrato dal conflitto in Ucraina. Quindi, è inutile spender tempo a parlarne.
Ritornando agli Stati Uniti, Washington ha annunciato come imminente un prossimo attacco dell'Iran su Israele (effettivamente adesso in corso), senza dimenticare di aggiungere che difenderà con ogni mezzo lo Stato ebraico, in modo che possa continuare indisturbato la sua strategia genocidaria che a Gaza ha fatto oltre 150mila vittime.