Un’opera creata da Roberto Piaia in marmo statuario di Carrara arricchirà lo Stand G 7-3 Pad. 7 del Grouppo Ingemar Marmor di Tolosa, in occasione della fiera internazionale Marmomac. La manifestazione dedicata a marmo e graniti è giunta alla sua 53 edizione e si terrà a Verona dal 26 al 29 settembre 2018.

La Statua esposta per l’occasione “Iris”, è la prima plasmata con l’inconfondibile tecnica a forma di spirale, frutto dell’incontestabile ingegno di Piaia. È stata esposta nelle sedi italiane più prestigiose. Nel 2011 alla 54° Biennale di Venezia padiglione Italia. Nel 2017 alla Triennale di Arti Visive a Roma presso il Complesso del Vittoriano, Ala Brasini.

 E ora, in questa importante fiera interattiva e attenta all’arte, situata nella cornice di Verona, città riconosciuta dall'Unesco patrimonio storico e culturale dell’umanità.

In fiera Marmomac, si presenzia per conoscere i nuovi trend, le nuove tendenze del design della pietra e dell'architettura. Offre aggiornamenti sulle novità tecnologiche di lavorazione della pietra o del marmo e sulla loro evoluzione.

Inoltre, presta molta attenzione all’arte, dopo l’interesse sviluppato di recente nei confronti del mondo design.

Una perfetta vetrina quindi, per presentare a un pubblico internazionale un’opera innovativa come quella di Piaia. Create sia in marmo statuario di Carrara, sia in Bronzo e Resina. Queste opere congiungono il classico con il moderno, contribuendo ad abbellire qualsiasi ambiente dove le si collochi.

Iris Statua

Realizzata in marmo, il soggetto dell'opera è la figura femminile. Il corpo, pur mantenendo l'impianto volumetrico, è formato da una doppia elica che si avvita su se stessa realizzando una spirale che fa coesistere movimento a leggerezza. Pur mantenendosi fedele alla figurazione, la sgancia da appigli oggettuali. L’artista riesce così a rendere concreta una figura giovane donna lontana da ogni ingenua riproduzione. In ginocchio, con la testa leggermente reclinata e lo sguardo senza pupille rivolto in alto, è elevata alla dignità di un'immagine che emana introspezione.

La ricerca di Piaia che nel corso degli anni è andata approfondendosi in molteplici direzioni, l’ha spinto a tradurre i valori del suo stile pittorico in termini scultorei. Le sue opere congiungono il classico alla dinamicità, dimostrando attraverso queste, oltre alla capacità esecutiva, non tanto di voler plasmare opere nuove, quanto di crearle con novità.

È utilizzato il marmo statuario di Carrara, la resina, o la fusione di bronzo con il procedimento della cera persa. Per quanto riguarda la realizzazione, le statue, sono create con il volto, le mani e i piedi, dove spicca l’abilità esecutiva classica di Piaia.

L’innovazione in prima mondiale consiste nella creazione del corpo. La struttura del suo volume è costituita da una doppia elica che si avvita su se stessa. L’effetto visivo è quello del pieno che attraverso una spire ne sottolinea le forme, mentre il vuoto appare all’improvviso lasciando spazio all’immaginazione.

Creazioni ingegnose

Si tratta di un lavoro molto difficile, tentato da molti ma mai realizzato, caratterizzato da uno studio preciso dei pieni e dei vuoti, giocato in un equilibrio materico perfetto che non abbisogna di alcun supporto.

Queste statue si avvalgono di stranezza della percezione, della prospettiva, e sembrano impossibili da realizzare nella realtà, inoltre, ci riportano alla forte componente matematica del maestro cui Piaia si è ispirato: Maurits Cornelis Escher, incisore grafico olandese 1898-1972.

Solamente una grande esperienza compositiva e una profonda conoscenza della materia, hanno permesso a Roberto Piaia, dopo anni intensi di ricerca e studio, attraverso disegni, bozzetti e olii su tela con i corpi delineati a spirale, a realizzare le sue creazioni.

L’idea della forma a spirale nella scultura è riconosciuta e protetta dal copyright come prima a livello mondiale.