Il Cremlino non vuole correre rischi. Per questo ha eletto come nuovo capoluogo della regione di Kherson Henichesk, 20mila abitanti, porto sul Mar d'Azov a poche decine di chilometri dal confine con la Crimea. Una piccola città costiera sul confine meridionale dell'oblast. In questo modo, Mosca non sarà costretta a trasferire ancora una volta i propri uffici amministrativi nel caso di ulteriori avanzate in quella regione da parte dell'esercito ucraino, a dimostrazione di quanto l'esercito russo creda nella riuscita della cosiddetta "operazione speciale".


Toni comprensibilmente trionfalistici, invece, quelli utilizzati da Zelensky nel commentare il ritiro delle truppe russe nell'oblast di Kherson sulla riva sinistra del Dnipro e la riconquista della città di Kherson:

"Oggi è una giornata storica", ha detto il presidente ucraino nel suo solito rapporto di fine giornata. "Stiamo riconquistando il sud del nostro paese, stiamo riconquistando Kherson. Per ora i nostri difensori si stanno avvicinando alla città, manca ancora un bel po' e stiamo iniziando ad entrare. Tuttavia, unità speciali sono già in città.La gente di Kherson stava aspettando. Non hanno mai rinunciato all'Ucraina. La speranza per l'Ucraina è sempre giustificata e l'Ucraina ritrova sempre la propria.Sono felice di vedere come le persone, nonostante tutte le minacce, nonostante la repressione e gli abusi degli occupanti, abbiano amato le bandiere ucraine, abbiano creduto nell'Ucraina... E anche se la città non è stata ancora completamente liberata dalla presenza del nemico, gli stessi abitanti di Kherson stanno già rimuovendo dalle strade e dagli edifici i simboli russi e ogni traccia della permanenza degli occupanti.È stato lo stesso in tutte le altre città liberate dai nostri difensori. Sarà lo stesso in quelle città che aspettano ancora il nostro ritorno. L'Ucraina ritornerà a tutta la sua gente. Grazie alla nostra forza sul campo di battaglia e alla diplomazia, ripristineremo l'integrità territoriale del nostro stato".

Zelensky ha anche parlato dell'andamento del conflitto in altre aree:

"Oggi ho tenuto un'altra riunione dello stato maggiore del comandante in capo supremo. ... Non riduciamo la nostra attenzione nelle altre aree. Ci stiamo muovendo ovunque, rafforzando le nostre posizioni ovunque. Stiamo mantenendo la linea di difesa nella regione di Donetsk.Separatamente è stata esaminata la situazione nel settore energetico e l'andamento dei lavori di ripristino. Ieri sera, gli occupanti hanno inferto un altro colpo alle nostre infrastrutture critiche. È per questo che questa mattina e questo pomeriggio è stato necessario applicare i blackout di emergenza in alcune parti del Paese. Ma nella maggior parte delle città e dei distretti siamo riusciti a tornare al programma delle restrizioni energetiche standard.Stiamo anche  lavorando il più attivamente possibile per rafforzare la nostra capacità di proteggere il cielo e ripristinare tutto ciò che gli occupanti, purtroppo, hanno distrutto".

E durante il G20 l'Ucraina prevede un altro attacco dal cielo su tutto il Paese:

"Naturalmente sono stati discussi i preparativi per il vertice del G20. È ovvio che la Russia non pensa alla pace. Un altro attacco terroristico a Mykolaiv, la distruzione di un edificio residenziale da parte di un razzo russo è una chiara prova di ciò che preoccupa davvero la Russia: non come raggiungere la pace, ma come infliggere i danni più dolorosi... Non come avviare veri negoziati, ma come colpire qualcosa con un missile o un drone in Ucraina in modo che gli ucraini soffrano..."

La Russia ha lanciato il suo ultimo attacco contro le infrastrutture critiche dell'intera Ucraina il 31 ottobre, colpendo gli impianti energetici di Kiev, Kharkiv, Zaporizhzhia e di altre città ucraine. Per il colonnello dell'aeronautica Yurii Ihnat è altamente probabile che Mosca possa decidere di lanciare un attacco simile a quello di fine ottobre durante lo svolgimento del G20.

Questo l'ultimo bollettino pubblicato dallo Stato maggiore di Kiev relativo alle perdite subite dai militari russi a partire dal 24 febbraio: 80.210 soldati, 2.838 carri armati, 5.730 veicoli corazzati da combattimento, 4.279 veicoli e serbatoi di carburante, 1.829 sistemi di artiglieria, 393 sistemi di lancio multiplo di razzi, 205 sistemi di difesa aerea, 278 aeroplani, 261 elicotteri, 1.506 droni e 16 imbarcazioni.


Ma l'attività diplomatica non sembra del tutto esclusa dal conflitto in corso.

Erdogan ha detto che nei prossimi due o tre giorni parlerà con Putin, anche per rinnovargli l'invito a partecipare al prossimo G20 che si terrà in Indonesia. Il presidente russo ha già detto di aver escluso la sua partecipazione, anche se Mosca sarà rappresentata dal ministro degli Esteri Lavrov.

In una intervista rilasciata al Corriere, Julianne Smith, rappresentante permanente degli Stati Uniti presso la NATO, ha detto che prima o poi i negoziati sull'Ucraina dovranno iniziare, precisando però che sarà il presidente Zelensky a doverne stabilire le condizioni.