Giorgia Rombolá è una giornalista Rai ed una ex utente di Facebook, il noto social che penalizza chi pubblichi le foto di un seno nudo ed invece promuove entusiasticamente chiunque promuova gli insulti, specialmente se basati sull'odio razziale... come ne è ampiamente riprova il successo del profilo del ministro dell'Interno Matteo Salvini.

Giorgia Rombolà qualche giorno fa si trovava a Roma, nella metro. Degli addetti alla sicurezza si accorgono che una giovane donna rom, nonostante tenesse in braccio una bambina, approfittava della calca per sfilare i portafogli dalle tasche dei viaggiatori. La fermano. E fin qui nulla di strano.

Subito dopo, però, arriva un uomo che si era accorto di quanto era accaduto e che decide di farsi giustizia mettendo le mani addosso alla giovane donna rom e mandandola a sbattere contro un muro, con la bambina che teneva in braccio che finiva per terra. Il prode energumeno stava per ripetere il gesto, quando interviene Giorgia Rombolá per cercare di fermarlo. A quel punto anche gli addetti alla sicurezza riprendono il controllo della situazione e il "giustiziere fai da te" si allontana.

Tutto finito qua? Ci mancherebbe! La giornalista che era intervenuta per evitare che quel "delinquente" finisse per fare del male alla donna o alla bambina, dopo essere salita sul treno è stata insultata dai viaggiatori che avevano assistito alla scena.

"Buonista", "radical-chic", "comunista di m..." e via dicendo, sulla base di quanto siamo abituati a leggere nei commenti dei profili social di Matteo Salvini e non solo. Giorgia Rombolà non credeva a quanto le stava accadendo. Intervenuta per ripristinare la legalità, veniva insultata per aver ostacolato uno che voleva farsi giustizia da solo... e non da una persona, ma da tutte quelle che erano sul suo vagone, senza che nessuno la difendesse.

Scesa, naturalmente sconvolta, la giornalista decide, incautamente, di condividere e denunciare su Facebook quanto le era accaduto. Non l'avesse mai fatto! Altri insulti, minacce, ecc... tanto da farla decidere di chiudere il proprio account.

Questo avveniva prima che il Censis descrivesse quanto sta accadendo in Italia con l'espressione sovranismo psichico, a dimostrazione di quanto indovinata fosse tale definizione.

"La cattiveria – dopo e oltre il rancore – diventa la leva cinica di un presunto riscatto e si dispiega in una conflittualità latente, individualizzata, pulviscolare" che la Lega di Matteo Salvini, con la complicità del Movimento 5 Stelle di Luigi Di Maio, hanno ormai sdoganato in Italia.