Nell'incontro clou della 15esima giornata del campionato di Serie A si sono affrontate al San Paolo Napoli e Juventus... una squadra che lotta per vincere lo scudetto nel 2018, l'altra per fare altrettanto ed allungare l'interminabile serie di scudetti vinti consecutivamente. L'incontro è finito 1-0 per la Juventus con un gol dell'ex di turno, Gonzalo Higuain.

Ma al di là della partita e degli aspetti tattici del match, argomenti sicuramente interessanti ma ampiamente già sviscerati, è interessante soffermarsi sulle formazioni scese in campo.

Nel suo undici, Maurizio Sarri ha schierato un solo italiano, Lorenzo Insigne, poi sostituito da Christian Maggio.

La Juventus, di italiani in campo ne ha messi al massimo quattro: Gianluigi Buffon, Mattia De Sciglio e Giorgio Chiellini. Dalla panchina sono poi entrati anche Claudio Marchisio ed Andrea Barzagli.

Tra le riserve del Napoli, oltre a Maggio, gli italiani sono solo due, Sepe e Giaccherini. Invece, tra le riserve della Juventus, gli italiani, oltre a Marchisio e Barzagli, gli italiani sono quattro: Pinsoglio, Rugani, Sturaro e Bernardeschi.

Inutile dire, quindi, che il numero di italiani che giocano in quelle che forse sono le due squadre italiane al momento più forti è più che ridotto. Se poi andiamo a vedere l'età di questi giocatori, il numero di coloro che teoricamente potrebbe vestire la prossima maglia della Nazionale si conta, più o meno, sulle dita di una mano.

Quindi, al di là delle vicissitudini tattiche di Ventura e dei moduli scelti per mettere in campo gli undici azzurri, va pure considerato che il materiale che aveva a disposizione non era così abbondante. Infatti, se le squadre più forti in Italia, per diventare e rimanere forti, si devono affidare soprattutto a giocatori stranieri, è chiaro che la qualità dei giocatori italiani è implicitamente modesta.

Oltretutto, non si capisce neppure come i possibili talenti nostrani possano diventare in futuro giocatori di successo se stanno sempre in panchina! E non è neppure illogico che non vengano messi in campo. Prendiamo ad esempio Bernardeschi che gioca soprattutto sulle fasce ed in particolar modo su quella destra. Nella Juventus, e sarebbe incredibile se così non fosse, ha davanti a sé Cuadrado e Douglas Costa. Giocano meglio di lui e giustamente Allegri lo tiene in panchina.

Ma come è possibile che possa diventare un grande giocatore se finora non ha giocato che pochi minuti? Bernardeschi guadagna 4 milioni netti all'anno per fare degli allenamenti ogni settimana ed andare allo stadio per guardare le partite di coppa e di campionato della Juventus... ma neanche se uno giocasse tutta la vita alle lotterie di questo mondo riuscirebbe ad essere così fortunato. Però c'è il rischio, più che fondato, che abbiamo perso un possibile buon giocatore per la nuova Nazionale.

Quindi, se il calcio non verrà rifondato pensando ad una radicale redistribuzione degli introiti in modo che tutte le squadre abbiano le risorse sufficienti per poter competere, se non alla pari, almeno con un divario finanziario che non sia equiparabile ad una voragine, è inutile pretendere che in futuro possa far crescere talenti per mettere in campo una squadra degna delle Nazionali del passato.

Quando applaudiamo Napoli e Juventus, e molte delle altre squadre al vertice del nostro campionato, ricordiamoci anche di questo.