Ho sete. Apro il frigo e mi verso da bere oppure apro il rubinetto in cucina e metto un bicchiere sotto la cannella dell'acqua. E bevo. Ho caldo e mi voglio fare una doccia. Vado in bagno e mi faccio una doccia. Devo fare il bucato ed uso la lavatrice che penserà da sola a prendere l'acqua necessaria a lavare la quantità di panni presente nel cestello.

Facile, no? Ma se in casa non ci fosse l'acqua corrente e se per prenderla non avreste neppure un pozzo nel cortile ma dovreste percorrere anche alcuni chilometri, la vita non sarebbe poi così facile. Eppure, in alcune zone del mondo, è questo quello che accade.

Ed è di questo problema che si sta discutendo durante la Settimana Mondiale dell’Acqua, appuntamento che si sta svolgendo in questi giorni a Stoccolma e si concluderà il 2 settembre: migliorare l’accesso all’acqua a livello globale.

Oltretutto, in base a quanto riscontrato dall’UNICEF, la difficoltà di accesso all’acqua finisce poi per ricadere sulle spalle, in senso letterale, di donne e bambini, anzi bambine!
 
In un suo comunicato, l'Unicef riprende i risultati di uno studio fatto su 24 paesi dell’Africa sub Sahariana che ha rilevato che quando la raccolta di acqua impiega più di 30 minuti, circa 3,36 milioni di bambini e 13,54 milioni di donne adulte sono responsabili della raccolta.

In Malawi, secondo le Nazioni Unite le donne che raccolgono acqua spendono in media 54 minuti di tempo, mentre gli uomini solo 6. In Guinea e Repubblica Unita della Tanzania la raccolta impiega in media per le donne 20 minuti, il doppio degli uomini.

Nelle zone più disagiate del mondo, donne e bambine spendono 200 milioni di ore per raccogliere l'acqua. 200 milioni di ore corrispondono a 8,3 milioni di giorni, ovvero a 22.800 anni.

Secondo le Nazioni Unite, in Africa Sub Sahariana, per esempio, per il 29% della popolazione le fonti di acqua potabile sono a 30 minuti distanza o ancora di più. In media in Africa Sub Sahariana, un viaggio per raccogliere acqua dura 33 minuti per chi proviene da aree rurali e 25 minuti per coloro che provengono da aree urbane. In Asia, le stime sono rispettivamente di 21 e 19 minuti. Ciò nonostante, per alcuni paesi i dati potrebbero essere più alti. In Mauritania, Somalia, Tunisia e Yemen per un solo viaggio è prevista più di un’ora di tempo.

Ma il problema del rifornirsi d'acqua non è limitato solo al tempo che comunque finisce per condizionare e molto la vita delle persone, finanche, in alcuni casi, ad impedire che i bambini possano frequentare la scuola.

Infatti, l'altro aspetto da considerare è l'accesso alle fonti che possono essere parzialmente o totalmente inquinate e o contaminate. E quando questo non accade, l'acqua è frequente che venga contaminata durante il trasporto fatto tramite secchi o a causa della sua conservazione, poiché nelle case non c'è energia elettrica e quindi non c'è neppure un frigorifero.

Per tale motivo, la raccolta dell'acqua finisce anche per aumentare il rischio di malattie diarroiche, una tra le principali cause di morte tra i bambini sotto i 5 anni.

Pertanto, l’accesso all’acqua potabile è fondamentale per le persone non solo come elemento indispensabile alla sopravvivenza, ma anche in relazione alla qualità della vita.