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Conte sbugiarda Salvini, pubblicata la mail che conferma quanto il premier aveva già dichiarato al Senato

"Sulla base delle informazioni disponibili alla Presidenza del Consiglio, posso precisare che il signor Gianluca Savoini non riveste e non ha rivestito incarichi formali in qualità di consulente o esperto per componenti di questo Governo. Il medesimo risulta tuttavia presente in una missione ufficiale a Mosca, avvenuta nei giorni 15 e 16 luglio 2018, al seguito del ministro dell'interno e vice presidente del Consiglio Salvini.

Il vice presidente Salvini è stato presente a Mosca anche nelle giornate del 15 luglio 2018, in coincidenza con la finale della coppa del mondo di calcio, e del 16 luglio 2018, per incontri con le controparti russe, in particolare con il ministro degli affari interni della Federazione russa Kolokoltsev, con il vice segretario generale Averyanov e con il vice segretario generale aggiunto del Consiglio per la sicurezza nazionale Venediktov.

In quell'occasione, fu notificata alle controparti russe la composizione della delegazione italiana per il tramite della nostra ambasciata a Mosca, su indicazione del protocollo del Ministero dell'interno. La delegazione ufficiale, oltre al signor Claudio D'Amico, comprendeva quindi anche il nominativo del signor Savoini.

Il signor D'Amico ha l'incarico di consigliere per le attività strategiche e di rilievo internazionale nell'ambito dell'ufficio di diretta collaborazione del vice presidente del Consiglio, senatore Matteo Salvini. L'incarico gli è stato conferito in data 7 settembre 2018 dal vice presidente Salvini, con effetto retroattivo a far data dal 29 agosto 2018, e che terminerà alla data del giuramento del nuovo Governo o alla cessazione dell'incarico del Vice Presidente.

La visita a Mosca del 17 e 18 ottobre 2018 del ministro dell'interno e vice presidente Salvini è stata organizzata direttamente dal Ministero dell'interno ed è consistita nella sua partecipazione all'assemblea generale del 2018 di Confindustria Russia, cui risulta abbia partecipato anche il signor Savoini. Gli eventi e gli incontri successivi all'evento organizzato da Confindustria Russia hanno rivestito carattere privato.
Queste sono le informazioni acquisite dalla Presidenza del Consiglio che sono in grado di riferirvi.

Non ho ricevuto informazioni dal Ministro competente."


Quanto sopra riportato è tratto dalla dichiarazioni rese dal presidente del Consiglio Conte all'Aula del Senato, in relazione alla trattativa del Metropol organizzato da un rappresentante della Lega per la creazione di fondi neri per finanziare quel partito... almeno in base alle ipotesi su cui indaga la magistratura.

Salvini, come è stato più volte ricordato, ha ripetutamente dichiarato di non aver avuto rapporti con Gianluca Savoini - il leghista del Metropol - da almeno un anno. Già le testimonianze raccolte sui media lo avevano smentito. Mercoledì scorso, è però stato le stesso premier Conte a dichiarare che quanto detto da Salvini in relazione ai suoi rapporti con Savoini - almeno per la sua visita a Mosca nel luglio del 2018 - era una menzogna.


Il Corriere ha poi pubblicato il testo della mail, messa agli atti da Conte dopo il suo intervento, inviata mercoledì 11 luglio 2018 alle 15.27 dal capo cerimoniale del ministero dell’Interno all'Ambasciata italiana a Mosca, per informare che "agli incontri del signor Ministro [Salvini] con le autorità russe saranno presenti anche l’onorevole Claudio D’Amico e il dottor Gianluca Savoini".

Matteo Salvini aveva sempre negato che Savoini facesse parte della delegazione, che avesse viaggiato con lui e di non sapere - una volta che erano state pubblicate le foto che smentivano le sue dichiarazioni precedenti - che cosa ci facesse al tavolo della riunione, aggiungendo di chiederlo a Savoini.

Le considerazioni al riguardo delle menzogne di Salvini sono evidenti. Perché mentire così spudoratamente se si è convinti di non avere nulla da nascondere? La seconda ne è diretta conseguenza: è possibile che un ministro che è stato scoperto a mentire su un fatto di cui si rifiuta di riferire in Parlamento possa avere la dignità istituzionale e la credibilità necessaria per mantenere il proprio incarico?

Una domanda a cui per primi dovrebbero rispondere i 5 Stelle, il movimento degli onesti che, una volta al Governo si è trasformato in quello degli onesti a seconda della convenienza.

Autore Gino Tarocci
Categoria Politica
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