Tra confusione e disperazione, Salvini e Di Maio oggi potrebbero assistere al loro funerale
Luigi Di Maio, dichiara di non voler più governare con la Lega, che non si siederà mai al tavolo [per formare un nuovo governo] con Renzi e/o Boschi [anche se si guarda bene dal citare il Partito Democratico], chiedendo a gran voce che, prima di andare alle urne, si voti alla Camera il 22 agosto la legge di modifica costituzionale per il taglio di 345 parlamentari, grazie alla quale, secondo il vicepremier 5 Stelle, sarà risparmiato "MEZZO MILIARDO da spendere in servizi per gli italiani, in nuovi cantieri, scuole moderne e trasporti pubblici".
Per arrivare a questo obbiettivo, secondo quanto riportato dai giornali di Caltagirone (a partire dal Messaggero), Di Maio ieri avrebbe cercato in tutti i modi di convincere Giuseppe Conte a non presentare oggi le proprie dimissioni a Mattarella, rimandandole a giovedì dopo l'approvazione alla Camera di quella legge.
Conte, pare, sembra che abbia rifiutato la proposta di Di Maio. Staremo a vedere.
Comunque, quel che è chiaro in questa confusissima crisi di governo è che Di Maio disperatamente cerca di congelarla, non certo nell'interesse dell'Italia, ma nel prorpio esclusivo interesse. Infatti, quel che lui e i suoi fidi si dimenticano di ricordare nelle loro litanie pro taglio parlamentari è che se ciò venisse approvato, il voto a cui Di Maio dice di voler andare non si potrebbe svolgere, secondo fonti del Quirinale, non prima di un anno, per questioni puramente tecniche legate al ricalcolo delle circoscrizioni.
Quindi, visto che con la Lega non vuol governare e con il Pd neppure (almeno con una parte del Pd), Di Maio si è dimenticato di farci sapere da chi e come l'Italia per 12 mesi, in attesa del voto, dovrebbe essere amministrata. Una dimenticanza di non poco conto per chi pretende di agire in nome della Costituzione e degli interessi del Paese.
Nello stesso stato di confusione mentale - ma forse anche maggiore - vi è l'altro vicepremier del cambiamento, il leghista Matteo Salvini che dopo aver annunciato la crisi non ha ritirato i propri ministri dal Governo, dopo aver sfiduciato Conte dice di voler attenderne il discorso al Senato per decidere che cosa fare ed, infine, ha detto di essere disposto a votare il taglio dei parlamentari e di andare poi subito al voto dopo che già lui stesso aveva detto che con il taglio dei parlamentari il voto sarebbe stato rimandato.
Inutile aggiungere commenti a quanto sopra riportato, perché già si commenta da solo... sarebbe come sparare sulla Croce Rossa.
In questa situazione, Conte si presenterà alle 15 in Senato. In ogni caso, vista la qualità di chi ci ha finora governato, se questa gente - in un modo o nell'altro - finirà per essere messa da parte, non sarà poi così male.