Cronaca

Liliana Segre e il Giorno della Memoria... anche contro le discriminazioni, a meno che non siano rivolte ai palestinesi

Il 27 gennaio come Giorno della Memoria è stato istituito dall'Onu nel 2005 per ricordare l'Olocausto e per incoraggiare la lotta contro l'antisemitismo e ogni forma di discriminazione. In Italia la ricorrenza è stata ufficializzata con la legge 211 del 2000.

In questa giornata vengono organizzate diverse iniziative per ricordare le vittime dell'Olocausto, tra cui cerimonie ufficiali, mostre, incontri, proiezioni di film e conferenze. Inoltre, molte scuole e università promuovono attività educative per sensibilizzare i giovani sulla storia dell'Olocausto e sulle lezioni che essa ci insegna.

Il Giorno della Memoria è un momento importante per ricordare e onorare le vittime dell'Olocausto e per riflettere sui pericoli dell'odio e dell'intolleranza. È anche un'occasione per promuovere la tolleranza e la comprensione tra le diverse culture, in modo da evitare che eventi come l'Olocausto possano accadere di nuovo.

Liliana Segre, nata a Milano nel 1930, all'età di 13 anni deportata ad Auschwitz insieme alla sua famiglia, è in Italia una delle ormai poche sopravvissute ai campi di sterminio nazisti. Suo padre morì subito dopo la deportazione, mentre lei e sua madre riuscirono a sopravvivere.

Dopo la guerra, ha dedicato gran parte della sua vita a testimoniare l'orrore dell'Olocausto e a combattere ogni forma di discriminazione e di odio, in giro per le scuole e partecipando a numerose iniziative e conferenze, sia in Italia che all'estero, per raccontare la sua esperienza e per sensibilizzare la gente sulla necessità di combattere l'antisemitismo e ogni forma di discriminazione. Nel 2018 è stata nominata senatrice a vita.

In occasione del prossimo 27 gennaio, alla presentazione delle iniziative promosse a Milano, questo è quanto ha dichiarato la Segre:

"So cosa dice la gente del Giorno della Memoria. La gente già da anni dice, basta con questi ebrei, che cosa noiosa. Quando uno invece l'ha visto l'orrore e sa che ormai ne può parlare solo con 4 o 5 persone, allora non è mai contento ed è più noioso degli altri. Una come me ritiene che tra qualche anno sulla Shoah ci sarà una riga tra i libri di storia e poi più neanche quella". 

Alcuni giorni fa, al Senato, l'Aula ha votato all'unanimità, senza astenuti, la ricostituzione della commissione Segre per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all'odio e alla violenza. 

Così la senatrice a vita ha commentato la decisione:

"È di grande significato che questa nostra votazione  si tenga nell'imminenza del prossimo 27 gennaio, giorno della memoria. Molto più, infatti, di tante celebrazioni che rischiano di apparire rituali, rappresenta - non solo per me, ma credo per tutti - un segnale importante e positivo. ...Come Presidente della Commissione nella scorsa legislatura mi sono battuta perché i lavori avessero una conclusione unitaria e condivisa e che il documento finale fosse approvato all'unanimità. Il risultato alla fine fu raggiunto e mi auguro vivamente che quello spirito venga recuperato oggi. ...In questi mesi di passaggio dalla XVIII alla XIX legislatura sono accadute cose importanti, con riferimento ai temi di interesse della Commissione, su scala generale internazionale. C'è stata negli ultimi mesi del 2022, una grave crisi dell'universo dei social, del sistema, cioè, che ha cambiato il nostro modo di comunicare, informarci, comprare, vendere, garantire la sicurezza e la privacy. Ebbene, in questo mondo ci sono state decine di migliaia di licenziamenti di lavoratori e manager, un processo di crisi che ha investito media quali Meta e Twitter, ma anche realtà globali come Amazon o Uber. Si tratta di una crisi seria, profonda e preoccupante, se non certo la fine dei social media e della diffusione online, come qualcuno ha detto, sicuramente un passaggio a cui guardare con attenzione e senso di responsabilità. Tutto questo dovrà necessariamente riguardare anche la Commissione che ci accingiamo a ricostituire".

Il riferimento alle denunce di querela, ben 24, presentate alla fine dello scorso anno dalla Segre alla Sezione Indagini Telematiche del Reparto Operativo del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Milano è implicito e ben evidente in quanto da lei dichiarato. 

Tra le denunce presentate vi è anche quella contro chi ha avuto l'ardire di chiederle che esprimesse un'opinione sulle politiche messe in atto da Israele nei confronti di arabi israeliani e palestinesi. 

Dato che l'apartheid, né più né meno, è il nome che oggi si dà alle leggi razziali, un parere della Segre in merito - considerando che a praticarlo è Isrele, Stato che autonomamente si definisce ebraico, e che lei è ebrea - non è un'assurdità e neppure un'offesa chiederglielo. 

E che Israele pratichi l'apartheid lo hanno "DIMOSTRATO" tre diverse organizzazioni (Ufficio economico dell'Onu per il nord Africa e il Medio Oriente, Human Rigths Watch e Amnesty International) in tre diversi rapporti - i cui contenuti non sono mai stati smentiti - in cui vengono prese in esame le norme (a livello statale e municipale) e la loro applicazione messe in atto da Israele, raffrontandole con ciò che il diritto internazionale (trattati di Roma) riconosce come violazione dei diritti Umani e come apartheid. 

E Liliana Segre, invece di esprimersi a chi le chiede un parere su quanto fa Israele, in Cisgiordania, a Gerusalemme Est e a Gaza, che cosa fa? Denuncia, pretendendo di spacciare come antisemitismo una domanda più che legittima... su cui lei stessa avrebbe dovuto esprimersi GIÀ DA TEMPO.

Infatti, dato che la Commissione di cui è promotrice si occupa del contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all'odio e alla violenza Lilliana Segre dovrebbe chiedersi perché dall'inizio dell'anno polizia ed esercito dello Stato ebraico hanno ucciso (ma anche scrivere assassinato non è scorretto) 18 palestinesi? Anche i palestinesi sono semiti. Ma chi gliene chiede conto, secondo lei, commetterebbe un reato... e viene denunciato!

Autore Giuseppe Ballerini
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