Il Movimento Internazionale dei sacerdoti sposati commenta un articolo di Avvenire: "Per risolvere la crisi dei preti riammettere nella Chiesa i preti sposati con le loro famiglie". Di seguito uno stralcio del testo articolo: «È un tentativo di risposta a un disagio che stanno vivendo molti nostri confratelli».
A parlare è don Paolo Brambilla, docente di teologia dogmatica al Seminario arcivescovile di Milano, che assieme al suo collega don Martino Mortola, ha coordinato il dossier pubblicato da “La Scuola cattolica” trimestrale del Seminario. A quale disagio fa riferimento? Mai come in questi ultimi anni vediamo i nostri confratelli sacerdoti vivere con fatica il loro ministero. Ci interroga soprattutto il fatto che la maggior parte di loro non si trova più a dover guidare una singola parrocchia, ma due o tre parrocchie insieme. Complice proprio il calo dei sacerdoti.
Una situazione a cui si è cercato di dare una soluzione con la creazione delle comunità pastorali che accorpano più realtà parrocchiali sotto la guida un unico parroco. E così la voglia di stare con i fedeli a loro affidati si scontra con le difficoltà di dover gestire più realtà, magari neppure vicinissime tra loro. Vivono la situazione di “essere di tutti e di nessuno” allo stesso tempo, perché non riescono a essere presenza significativa e costante in tutte le realtà a loro affidate, nonostante l’impegno e lo zelo pastorale.
Una scelta, quella delle comunità pastorali, che nell’arcidiocesi di Milano coinvolge già adesso 660 realtà parrocchiali sulle 1.107 esistenti. Un percorso irreversibile? Di certo è la risposta più semplice e immediata alla diminuzione delle ordinazioni. E le prospettive per il futuro al momento non sono certo positive.
Negli scenari che abbiamo ipotizzato, anche grazie alla collaborazione di due demografi dell’Università Cattolica, assistiamo a un progressivo calo di sacerdoti nell’arcidiocesi di Milano rispetto agli attuali 1.737, che sono già in calo rispetto a venti anni fa quando erano 2.200. La fotografia che scattate all’inizio del vostro dossier presenta molte criticità: in calo battesimi e matrimoni e anche la partecipazione alla Messa.
Uno scenario fosco. Per poter affrontare il problema, abbiamo scelto di avere uno sguardo quantitativo sulla situazione. Un prendere contatto con la realtà, un prendere coscienza di come è cambiata la situazione. Una fase di ascolto della realtà, da cui partire per progettare. Ma abbiamo anche cercato di ipotizzare gli scenari che si possono aprire. Comunque la realtà italiana è ancora distante da quella che si vive nel nord Europa dove si è arrivati letteralmente alla chiusura di numerose parrocchie.