Una signora alleanza. Questo il titolo dell'inchiesta andata in onda lunedì sera nella puntata di Report del 22 ottobre, che aveva come argomento il suicidio di un ultrà juventino, diventato poi dipendente della società bianconera e legato alla vicenda giudiziaria sui rapporti tra ‘ndrangheta e tifoseria organizzata bianconera, che aveva coinvolto pure la Commissione parlamentare antimafia.

Quella vicenda, che dal lato sportivo si era conclusa con una squalifica - prima di un anno poi ridotta a 3 mesi, a fronte di una multa più salata passata da 100 a 600 mila euro - per il presidente della Juventus Andrea Agnelli, reo di aver agevolato il bagarinaggio da parte dei gruppi ultras collegati alla criminalità, "o comunque non impedito le perduranti e non episodiche condotte illecite", ... uno di questi appartenente ad una famiglia della 'ndrangheta calabrese.

Che cosa aveva svelato quell'inchiesta? Che i gruppi del tifo organizzato juventino sono tutti o quasi controllati dalla criminalità. I capi di quei gruppi, minacciando la società di ritorsioni e azioni violente che avrebbero causato alla Juventus multe, chiusure dello stadio, danni d'immagine e danni patrimoniali, si facevano consegnare gratuitamente, per le partite disputate dai bianconeri, un certo numero di biglietti che loro rivendevano ai tifosi del proprio gruppo e non solo, ricavando un utile di decine di migliaia di euro... a partita. Il tutto rigorosamente in nero.

Partendo dalla storia legata alla morte di Raffaello Bucci, Report ripercorre quella vicenda integrandola con registrazioni e testimonianze che dimostrano i legami di collaborazione tra Juventus ed i criminali che controllavano il tifo organizzato. Infatti, se inizialmente il tutto poteva essere riconducibile ad una sorta di ricatto, le registrazioni delle telefonate mandate in onda da Report dimostrano che i vertici della Juventus avevano poi finito per assecondare le richieste di favori in tutti i modi possibili, come nel caso in cui il responsabile della sicurezza dei bianconeri si adoperò per facilitare l'ingresso nello stadio di uno striscione che si richiamava in modo offensivo alla tragedia di Superga, in occasione di un derby contro il Torino.

Un servizio, quello di Report, che ricostruisce con precisione una vicenda che ha quasi dell'incredibile e che, questo è ancor più grave, non è certo finita dopo la condanna sportiva di Agnelli.

Infatti, il bagarinaggio con biglietti forniti dal club bianconero proseguirebbe ancora oggi, come testimoniato da Bryan Herdocia, un ultrà provvisto di Daspo (!), che vende i biglietti delle partite della Juventus, sia di campionato che di coppa, anche per la stagione in corso.

Sigfrido Ranucci, conduttore di "Report", a conclusione del servizio ha poi ricordato che quanto riportato in relazione alla Juventus non è da considerarsi un caso isolato, ma uno stato di cose comune a molte altre squadre di Serie A.

Nessuna comunicazione ufficiale è stata rilasciata dalla Juventus dopo l'inchiesta di Report.