Il premier Conte, lunedì pomeriggio ha riunito la stampa per una conferenza che è durata poco più di una ventina di minuti. Nei primi venti minuti il premier ha elencato quanto di buono, ha detto, fatto e potrà fare il suo Governo, a partire da quella che è stata definita "fase 2".

Quindi, in chi ascoltava le parole di Conte, più che passava il tempo, più prendeva corpo la considerazione che si può riassumere nel modo seguente: "e ci hai fatto venire qua solo per questo?"

Alla fine, però, il presidente del Consiglio ha parlato di "leale collaborazione". In che cosa consiste? Nell'evitare da parte dei due "vicepremier del cambiamento", ad esempio quando lui e Tria stanno parlando con la Commissione Ue per questioni legate ai conti dello Stato, di rilasciare dichiarazioni che possano interferire o danneggiare ciò che lui sta facendo.

Per tale motivo, Conte ha chiesto a entrambe le forze politiche di operare una chiara scelta e di far sapere a lui e alla nazione se vogliono o meno proseguire insieme oppure se vogliono far cadere il Governo e tornare alle urne.

"Io resto disponibile a lavorare per il resto della legislazione" ha detto Conte, "ma non posso compiere questa scelta da solo. Non mi presterò in nessun modo a vivacchiare e a galleggiare. Se non ci fosse una chiara evidenza di questa volontà, io rimetterò il mandato nelle mani del presidente della Repubblica. È compito delle forze politiche decidere".

In pratica, la conferenza di Conte si è giustificata alla fine del suo intervento.

Nelle domande seguenti dei giornalisti, Conte ha fatto sapere di non considerare le sue parole come un ultimatum valevole a partire dalle prossime ore, ma ha lasciato intendere che se nei prossimi giorni il clima da campagna elettorale che ha caratterizzato anche il dopo voto delle europee dovesse continuare, lui non sarebbe comunque più della partita.


Una breve considerazione. All'inizio si poteva pensare che la conferenza di Conte gli fosse stata ordinata dai 5 Stelle per ricordare a Salvini che non era lui ad avere il timone della maggioranza e del Governo. In base alla parte finale, si può pensare che l'iniziativa della conferenza sia invece dello stesso Conte, forse addirittura consigliatagli da Mattarella, che il premier ha ricordato e ringraziato più volte, anche durante le interviste con i giornalisti.

Il problema, però, al di là delle intenzioni di Conte, è che Matteo Salvini, nella sua veste di segretario della Lega, al di là delle dichiarazioni di facciata, mira a far cadere il Governo per passare all'incasso e sfruttare l'attuale consenso.

Andando alle urne prima della legge di bilancio Salvini può pensare di diventare, abbastanza facilmente, il nuovo premier... il prossimo anno sarebbe più complicato, perché gli italiani, come già accadde con Renzi, inizierebbero a fare le somme, finendo per accorgersi che quanto hanno dato sarebbe poi molto meno di quanto abbiano ricevuto.

Quindi, paradossalmente, le parole di Conte potrebbero finire per essere un ulteriore invito a Salvini nel continuare a proseguire con la sua litania di provocazioni anche nei prossimi giorni.