Il Sinodo ha il silenziatore ma per il cardinale Hollerich la colpa è solo dei mass media che sono interessati solo a pochi temi (Foto Ansa).

Per il Movimento Internazionale dei sacerdoti sposati, fondato nel 2003 da don Giuseppe Serrone, le esigenze pastorali dei fedeli cattolici di tutto il mondo dovrebbero essere la priorità. Riforme del diritto canonico e delle leggi della Chiesa sono necessarie per attuare i cambiamenti pastorali necessari oggi per la sopravvivenza della Chiesa stessa. Il Sinodo non può far finta di nulla.

Di seguito l'articolo di Franca Giansoldati pubblicato da "Il Messaggero":

"Dopo il bavaglio ai partecipanti, la segretezza eccessiva imposta ai dibattiti interni, dopo le conferenze stampa narcolettiche e confezionate apposta per non fare uscire nulla di quello che l'opinione pubblica e le comunità cattoliche si aspettano dal Sinodo, stamattina è arrivato il colpo finale. Al Sinodo sulla Sinodalità se non c'è la trasparenza tanto attesa è colpa dei mass media. E' stato il cardinale Hollerich stavolta ad accusare «i grandi media, soprattutto quelli più lontani dalla Chiesa, ad essere interessati solo a eventuali cambiamenti su un numero molto limitato di temi». La colpa, insomma, è sempre dei giornalisti. Così Jean Claude Hollerich, gesuita e relatore generale al Sinodo dei Vescovi, torna sull'argomento. Sin dall'inizio era evidentemente preoccupato per gli eventuali giudizi che sarebbero potuti arrivare dall'opinione pubblica davanti ad una Chiesa tanto polarizzata come quella attuale dove da una parte sono schierati i cristiani che desiderano cambiamenti sul fronte della morale sessuale, delle coppie gay, delle donne prete, dell'abolizione del celibato e la democratizzazione delle strutture interne e dall'altra quelli che preferirebbero mantenere inalterata la tradizione.«Non sto a elencarli perché li conosciamo tutti. Ma anche le persone più vicine, i nostri collaboratori, i membri dei consigli pastorali, le persone che si impegnano nelle parrocchie - ha annotato Hollerich - si stanno chiedendo che cosa cambierà per loro, come potranno sperimentare concretamente nella loro vita quel discepolato missionario e quella corresponsabilità su cui abbiamo riflettuto nei nostri lavori. E si chiedono come questo sia possibile in una Chiesa che risulta ancora poco sinodale, in cui sentono che la loro opinione non conta e che a decidere tutto sono pochi o uno solo. A queste persone interessano soprattutto i cambiamenti, piccoli ma sensibili, sulle questioni che ci prepariamo ad affrontare in questo Modulo». Il modulo è uno dei tanti formulari di cui sono stati dotati gli oltre 400 padri sinodali.In ogni caso, ha aggiunto il cardinale Hollerich «nei luoghi in cui regna il clericalismo, c'è una Chiesa che non si muove, una Chiesa senza missione. Il clericalismo può colpire il clero e anche i laici quando pretendono di mantenere una responsabilità per sempre. I clericalisti vogliono solo mantenere lo "status quo", perché solo lo "status quo" cementa il loro potere. Missione... impossibile!»

In questi giorni l'assemblea sinodale ha discusso sulla possibilità di aprire al diaconato femminile, chiarendo prima «la natura stessa del diaconato». Sulla questione naturalmente non c'è un giudizio univoco nemmeno tra le donne. Mentre in Germania da tempo le cattoliche si sono mobilitate a migliaia per chiedere parità in ogni settore, in aula la polarizzazione è stata plasticamente interpretata dalla professoressa Renee Ryan, secondo la quale il tema del diaconato non rispecchia le vere esigenze delle donne oggi. «Penso che ci sia un'eccessiva attenzione su tale questione e, quando noi ci concentriamo troppo su una domanda, si dimentica quello di cui hanno bisogno le donne in tutto il mondo». E cioè casa, cibo, vestiti, rassicurazioni su futuro dei propri figli: «Un futuro nel quale siano accolti nella Chiesa e che tutti coloro che loro amano siano accolti nella Chiesa», ha affermato la docente. «Dovremmo considerare altri temi, come per esempio il fatto che le donne devono scegliere tra maternità e carriera», ha insistito, «dovremmo fare di più per assicurarci che le famiglie siano sostenute in tutti i modi possibili».Papa Francesco in una recente intervista ha ripetuto che i dogmi della Chiesa non cambiano, la rivelazione non cambia «ma la Chiesa deve cambiare. Pensiamo - ha detto -  ai modi in cui è cambiata dal Concilio fino ad ora e al modo in cui deve continuare a cambiare i suoi modi, nel proporre una verità immutabile». Aggiungendo che il nucleo del cambiamento «è fondamentalmente pastorale senza ritrattare l'essenza della Chiesa»".