Esteri

Trump cerca di barattare il finanziamento del muro con una revisione delle sue leggi contro gli immigrati

Negoziatore o ricattatore? Ognuno può vederla come crede, in ogni caso la proposta del presidente Usa di trovare una soluzione al problema dello "shutdown" da lui creato, è stata respinta dai democratici.

Che cosa aveva proposto Trump? Questo fine settimana aveva messo sul piatto una revisione di una parte delle sue leggi contro i migranti in cambio di un sì al finanziamento di 5,7 miliardi di dollari da destinare alla costruzione del muro al confine con il Messico.

A "beneficiare", se così si può dire, della proposta sarebbero stati i "dreamer", i giovani portati illegalmente in Usa quando erano bambini e che lì sono cresciuti e lì hanno studiato, e gli immigrati in fuga da paesi colpiti da disastri naturali o violenze, ospiti negli Stati Uniti grazie ad uno status di protezione temporanea, che i beneficiari - soprattutto persone provenienti da El Salvador, Guatemala, Honduras e Haiti - hanno visto gradualmente revocare da quando Trump è entrato in carica.

Due proposte, però, temporanee, non estese a tutti gli appartenenti a quelle categorie di persone e, oltretutto, riferite a provvedimenti in parte già bloccati da alcuni tribunali federali.

Per tale motivo, la presidente della Camera, Nancy Pelosi, e il capogruppo dei democratici al Senato, Chuck Schumer, l'hanno bollata come "presa di ostaggi", respingendola senza nessuna possibilità di discussione.

Lo shutdown si avvia così al 30esimo giorno, con centinaia di migliaia di lavoratori federali senza stipendio e molti servizi che lo Stato deve garantire chiusi o sempre più a rischio di chiusura per il futuro.

I democratici hanno detto a Trump di essere disposti a discutere e a trattare sulla "sicurezza" al confine con il Messico solo dopo che lui avrà dato il via libera al rifinanziamento dei dipartimenti federali finora bloccati dallo shutdown.

Autore Federico Mattei
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