Le bugie di Giorgia Meloni nella lettera inviata al Corriere per commentare la riunione di venerdì sul salario minimo
"Caro Direttore, il governo fin dal suo insediamento ha dimostrato che la priorità della sua azione è la difesa dei salari e del reddito degli italiani. Abbiamo dedicato gran parte delle risorse disponibili al taglio del cuneo fiscale e a rafforzare il potere d’acquisto delle famiglie. Sarà questa la linea che seguiremo nella prossima legge di Bilancio alla quale stiamo già lavorando. Ogni proposta che va in questa direzione, quella del reddito e del lavoro, del merito e dell’equità, trova il nostro ascolto, non abbiamo pregiudizi ideologici, siamo pragmatici.Con questa bussola ci siamo confrontati ieri a Palazzo Chigi con i rappresentanti dei partiti dell’opposizione sulla loro proposta di salario minimo. Credo sia un segno di grande rispetto e lo dico ben conoscendo le liturgie dei governi precedenti: personalmente nei molti anni che ho passato all’opposizione non sono mai stata chiamata da un presidente del Consiglio per parlare di una proposta di legge presentata da Fratelli d’Italia.Non è solo una questione di stile, ma di sostanza politica, è il mio modo di essere. Sono soddisfatta del confronto, è stato rispettoso e costruttivo. Primo perché c’è una base comune dalla quale partire: tutti condividiamo la finalità di tutelare i lavoratori e chiudere una lunghissima era di salari bassi che oggi sono ‘sforbiciati’ dall’inflazione. Sulla strada da seguire per centrare l’obiettivo ci sono delle divergenze. Da parte mia ho ribadito che la strada maestra per alzare i redditi è quella di una Nazione che torna a crescere. Da troppi anni l’Italia non cresce in maniera continua e robusta, questo purtroppo si traduce anche in salari che continuano a restare bassi mentre il costo della vita sale. Dobbiamo spezzare questo vicolo cieco della non-crescita. Noi abbiamo iniziato, i dati sono positivi: disoccupazione al minimo, record di occupati e record storico di contratti stabili a tempo indeterminato.Ben vengano ulteriori iniziative che rafforzino questa tendenza, possiamo e dobbiamo (tutti) fare di più. La svolta è il salario minimo? Molte forze sindacali e tanti esperti di lavoro nutrono delle perplessità. Il timore è che il salario minimo possa diventare un parametro sostitutivo e non aggiuntivo per i lavoratori, andando così, per paradosso a peggiorare la condizione di molti lavoratori. Sono dubbi che condivido, ma ripeto: non ho preclusioni ideologiche, la mia è solo la doverosa preoccupazione di non intervenire su una materia così delicata senza la certezza di aver vagliato tutti i pro e contro. Ho proposto alle opposizioni di avviare un serio confronto nella sede preposta a farlo per costituzione e cioè il CNEL. Un confronto celere, da concludersi in 60 giorni con una proposta concreta sul tema del ‘lavoro povero’, non solo sul salario minimo. Con questo metodo e una tabella di marcia certa, possiamo arrivare prima della legge di bilancio a una proposta di legge condivisa con le parti sociali, un testo efficace, basato su dati reali, che possa veramente rispondere a chi cerca un lavoro e a chi ce l’ha ma non è sufficiente per una vita dignitosa.Ho chiesto alle opposizioni di dare il loro prezioso contributo, ho avuto già la piena disponibilità del CNEL a lavorare a questa proposta. Voglio ribadire quanto ho detto ieri ai colleghi durante il confronto nella Sala Verde di Palazzo Chigi: non chiedo il ritiro della loro proposta sul salario minimo, la loro battaglia politica non si interrompe, ma possono arricchirla partecipando a un lavoro comune, senza steccati ideologici. Per me il lavoro non è un -ismo, è fatica, talento, capacità, reddito e benessere. Il lavoro, il buon lavoro pagato in modo dignitoso, è la nostra priorità".
Questa è la lettera che la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha inviato al Corriere per riassumere l'esito della riunione avuta venerdì sul salario minimo.
Come commentarla? Un insulto all'intelligenza di chi, anche un minimo, abbia seguito la vicenda. Per chi non lo avesse fatto questo è ciò che è accaduto.
Il Movimento 5 stelle, per primo, ha parlato di salario minimo... e non solo in questa legislatura. Qualche mese fa, a firma di Giuseppe Conte, ha presentato un disegno di legge che ha trovato l'appoggio delle opposizioni, esclusa Italia Viva. Il ddl è stato presentato nelle commissioni parlamentari dove è stato discusso anche chiamando ad interessarsene chi, per vario titolo, avesse potuto fornire un qualche contributo a dare delle indicazioni utili alla formulazione della legge.
Tra coloro che hanno fornito indicazioni vi era anche il CNEL, lo stesso di cui parla Giorgia Meloni, che al riguardo ha depositato un testo di centinaia di pagine. E adesso la premier vuole investire della questione il CNEL per dare il suo contributo ad una legge sul salario minimo! Poverina, dice di essere così tanto partecipe e interessata da sempre del problema del lavoro povero, da non sapere che sul tema il CNEL aveva già espresso la sua opinione!!!
Non solo, la presidente del Consiglio chiude la lettera dicendo che "il lavoro, il buon lavoro pagato in modo dignitoso, è la nostra priorità". Di bugie i politici ne dicono tante, ma quando sono così sfacciate diventano non solo indecenti, ma persino un insulto nei confronti, prima di tutto, di coloro che lei dovrebbe tutelare: chi "guadagna" 4 o 5 euro lordi l'ora.
Infatti, nelle commissioni, la sua maggioranza ha presentato un emendamento per bocciare la legge sul salario minimo in modo che non arrivasse ad esser discussa in Parlamento. Poi, qualcuno ha informato Meloni di come la maggioranza degli italiani nei sondaggi fosse invece favorevole al ddl. A questo punto, i suoi rappresentanti hanno lasciato passare la legge che, successivamente, è stata bloccata dalla maggioranza in Parlamento con un emendamento che ne ha chiesto la sospensione per 60 giorni. E meno male per la premier dice che "la priorità della sua azione è la difesa dei salari e del reddito degli italiani".
Ma non si vergogna? Evidentemente, no!
A Meloni del salario degli italiani non interessa, figuriamoci di quello minimo. La riunione organizzata per "ascoltare" le opposizioni è stata solo fuffa mediatica per poter far credere a degli sprovveduti che lei invece è attentissima al problema, dopo che dai sondaggi è stata informata che in maggioranza gli italiani sono favorevoli alla proposta di Conte.
Dato, però, che del salario minimo Meloni, come avrebbe scritto Camilleri, se ne stracatafotte, allora, dopo averne sospeso i lavori alla Camera, si è inventata la stupidaggine di investire il CNEL della questione, di cui dice se ne riparlerà a ottobre. Ma a ottobre c'è la legge di bilancio e bisognerà rimandare e così del salario minimo se ne riparlerà a fine gennaio. Ma a quel punto i partiti saranno impegnati nella campagna elettorale delle europee oltre che in altre mille questioni e così Meloni spera che gli italiani del salario minimo se ne saranno dimenticati, in modo che gli imprenditori che lei tutela possano continuare a pagare una miseria i loro dipendenti.
E le opposizioni che cosa hanno detto?
Calenda, di Azione, è l'unico che si è detto soddisfatto dell'incontro, definendolo un primo passo... come se si fosse discusso nel merito di qualcosa. Perché allora Calenda ha detto questo? Per una questione di beghe politiche con gli ex alleati di Italia Viva, che dileggiano il salario minimo e l'incontro avvenuto ieri. Per questo, Calenda non poteva dire che sia stato inutile.
Le altre opposizioni, invece, non avendo i problemi di Calenda hanno riassunto senza tante difficoltà quello che già era evidente fin da prima, considerando quanto Meloni aveva detto nell'ultima puntata del suo teatrino social titolato gli appunti di Giorgia.
Nicola Fratoianni, AVS:
"Direi che non ci siamo, purtroppo. Oggi ci siamo seduti al tavolo del Governo per discutere della nostra proposta di salario minimo. Ci aspettavamo una novità politica che non è arrivata. Governo e maggioranza non hanno alcuna proposta alternativa.Meloni continua a dire che il tema è importante, che vuole confrontarsi e aggiunge argomentazioni francamente imbarazzanti sul perché abbiamo un problema stipendi in Italia. Tanti “vedremo”, “faremo”, “capiremo”, come nello stile di questo governo, che intanto ha dovuto sedersi al tavolo per effetto dell’iniziativa delle opposizioni unite. E questo mi pare un risultato politico importante.Ora mi auguro, come ho detto anche alla stampa, che si rendano conto anche che gli italiani non possono più aspettare, perché l’emergenza stipendi non va in vacanza. Loro rallentano, noi rilanciamo. Salario minimo subito!"
Per questo le opposizioni inizieranno una raccolta firme a sostegno della legge sul salario minimo i cui risultati verranno presentati al governo al rientro dalle ferie.
Questo il commento di Elly Schlein, PD:
Questo il commento di Giuseppe Conte: M5s:
Intanto, grazie a Meloni, che dice di avere a cuore gli interessi degli italiani, 3,5 milioni di lavoratori poveri continueranno a rimanere poveri perché lei ha negato che, fin da subito, il Parlamento discutesse per garantire loro una paga minima legale di 9 euro l'ora.
A questo punto c'è da chiedersi che cosa sarebbe potuto capitar loro se Meloni, al contrario, non fosse stata interessata a tutelare il reddito degli italiani!