Ecco perché Di Maio e Salvini non dicono più che è urgente risarcire i truffati dalle banche
Alla riunione dello scorso 9 febbraio al Palazzetto dello sport di Vicenza, a cui hanno partecipato i due vicepremier del cambiamento Di Maio e Salvini, per discutere del risarcimento ai truffati dalle banche erano presenti 1300 persone in rappresentanza di solo due associazioni di risparmiatori, quella dei truffati di Veneto Banca (Coordinamento banche popolare venete di don Enrico Torta) e l'altra dei truffati della Popolare di Vicenza (Quelli che credevano nella BpVi).
Le altre 17 associazioni di risparmiatori che oltre a VenetoBanca e Popolare di Vicenza rappresentano quelli di Banca Etruria, CariChieti, Banca Marche e CariFerrara, non erano state invitate dai due organizzatori: l'avvocato Andrea Arman, per il Coordinamento di Don Torta, e Luigi Ugone per Quelli che credevano nella BpVi.
Dopo rinvii e tentennamenti, il Governo, tramite il ministro Tria, aveva trovato una formula per consentire il "ristoro" dei risparmiatori tenendo conto delle osservazioni della Ue, contraria ad eventuali risarcimenti a pioggia che sarebbero stati interpretati come aiuto di Stato, senza che un arbitro accertasse se vi sia stata o meno una cattiva vendita da parte di una banca.
La formula trovata da Tria escludeva il tutto a tutti, tramite un compromesso in base a quale venivano risarciti gran parte dei risparmiatori tramite parametri relativi a reddito e investimenti effettuati, lasciando il resto alla valutazione di tecnici nominati dal ministero.
Delle 19 associazioni a tutela dei truffati, 17 hanno acconsentito a tale soluzione, 2 no! E quali sono? Quelle incontrate da Di Maio e Salvini a febbraio. Evidentemente le due associazioni rappresentano, ognuna, gli interessi delle due forze politiche in Veneto.
E sono da tenersi molto in considerazione, dato che il loro "niet" ha bloccato il processo pensato da Tria. Un niet riassumibile da questa considerazione espressa da don Enrico Torta, fondatore e "cappellano" del coordinamento a lui intitolato: «Io ho la convinzione che tutti i soci, i clienti e i risparmiatori depredati abbiano diritto al rimborso integrale di quanto loro frodato da quelli che io chiamo i Giuda, e da coloro che non hanno controllato, che io chiamo i Pilato». Quindi: rimborso integrale.
Ed il 19 aprile le due associazioni sono state invitate a Palazzo per un incontro con i tecnici del Governo che, a detta della presidenza del Consiglio, "è al lavoro per chiudere rapidamente questa partita in maniera ampiamente condivisa".
Come sia possibile, viste le premesse, è l'ennesimo dei tanti misteri che caratterizza l'azione dell'attuale Governo, soprattutto sui temi economici.
Come si è risolto l'incontro di venerdì? Questo è il resoconto che ne dà "Quelli che credevano nella BpVi": "Incontro tecnico finito oggi a Palazzo Chigi. Confronto serrato e pieno... Abbiamo espresso le nostre obiezioni tecniche e osservazioni avendo molte risposte nel merito. Il governo punta ad avere maggiore condivisione possibile tra i rappresentati dei risparmiatori più radicati nel territorio. Noi abbiamo fatto del nostro meglio per far capire il nostro punto di vista e la ricchezza di situazioni difficili esistenti nel crack delle 2 banche venete. Ora seguiamo i prossimi sviluppi. Ovviamente non possono uscire oggi dettagli per non compromettere la già delicata situazione strumentalizzata da molti."
Martedì, è previsto un nuovo Consiglio dei Ministri in cui saranno trattati alcuni temi di carattere economico. Riuscirà il Governo a trovare una soluzione ad un problema di cui i due vicepremier fino a marzo incolpavano Tria e di cui adesso sono loro gli unici responsabili e che, per questo, è scomparso dai ritornelli che caratterizzano la loro continua propaganda?