Nel 1989 il cantante Raf esce con la canzone che lo lancerà come autore di successo: “Cosa resterà di questi anni Ottanta?”.
Mi ricordo ancora che facevo girare la cassetta con quella canzone, al mattino, mentre mi facevo la barba, nel bagno di casa dei miei genitori e la cantavo a squarciagola. Ancora oggi l’ascolto con nostalgia, forse perché mi riporta ai miei vent’anni e forse perché era quello un periodo di crescita e benessere per il nostro paese.

Se dovessi rispondere alla stessa domanda, su quest’ultimo periodo politico, quello dei governi dell’ex premier Conte, non avrei esitazione a dire: una grande delusione e moltissima amarezza e con un conto salatissimo, da pagare in futuro.

Il professor Mario Draghi, presidente incaricato, per poter risollevare il nostro paese dovrà partire proprio dal rivedere tutto quello che è stato messo in piedi, cercando di salvare il salvabile.

Il governo Conte nel 2020 è incappato indubbiamente nella peggiore crisi del dopoguerra, una crisi che ha colpito la salute della popolazione mondiale e l’economia, distruggendo ricchezza e produzione. 
Una crisi che ha però permesso di mettere in evidenza l’incapacità di questo governo di saper gestire la complessità della situazione, in funzione proprio dell’inadeguatezza delle persone preposte a coordinare ministeri, basilari al funzionamento della nazione.

Mi domando: chi risarcirà gli italiani per i provvedimenti inutili, posti in essere da un governo che pensava di governare la nazione, come gli imperatori romani, con provvedimenti “panem et circenses”?

Partiamo dal Reddito di cittadinanza, stando al report di Unimpresa, se tutto restasse così com’è, nei prossimi tre anni costerà ben 26 miliardi di euro all’Erario. Nello stesso arco di tempo, tra le voci di uscita che verranno inserite nel bilancio pubblico, vanno inoltre annoverati i 9,7 miliardi di euro destinate alle politiche attive per il lavoro. Quindi più di 35 miliardi di euro, verranno spesi per un provvedimento che non si è dimostrato per nulla in grado di creare lavoro.

Andranno sicuramente protette le fasce deboli della società, con strumenti di protezione sociale, potenziati in funzione del periodo critico, mentre vanno distribuite risorse più efficaci ed utili nelle mani delle imprese, per creare davvero nuovi posti di lavoro.

Passiamo alla scuola, invece di investire risorse su assunzione di personale docente e sulla formazione del personale, invece di investire risorse sulla digitalizzazione delle aule, si è pensato di regalare la bellezza di 119 milioni per i banchi a rotelle e di 199 milioni per quelli tradizionali, per un totale di 318 milioni di euro.
Banchi pagati molto più di quanto si sarebbero potuti pagare e qui, se la magistratura indagherà, sicuramente si scoprirà che qualcuno ha intascato illecitamente la differenza.

Passiamo poi ai provvedimenti davvero “inutili” per eccellenza, soldi regalati se non con il senso di costruire consenso.

 Il bonus biciclette e monopattini, con un fondo da 120 Milioni di Euro. Un provvedimento indispensabile secondo il governo per migliorare la mobilità cittadina, causa poi dell’esplosione del contagio a Settembre.
Invece di aumentare il servizio di trasposto pubblico, la ministra De Micheli e l’entusiasta Toninelli, pensavano di risolvere il problema del trasporto locale, con l’utilizzo privato di bicilette e monopattino per andare al lavoro.
Chi ripagherà le vite umane perse, per colpa di questa ottusità, nel corso della seconda ondata?

Infine parliamo di cash back e lotteria scontrini, parliamo di circa 3 Miliardi di Euro, per un operazione volta a premiare l’utilizzo della carta di credito, con lo scopo di contrastare l’evasione fiscale.
Risorse che impiegate in modo diverso potrebbe davvero dare fiato all’economia nazionale, cosa che oggi più che mai è fondamentale, per uscire fuori dalla crisi terribile in cui versiamo.

Il professor Draghi ha quindi oggi un compito pesantissimo, dover mettere mano oltre che al Recovery plan anche alla massa di provvedimenti “aiuta amici”, messi in cantiere dal precedente governo. 
Sarà come dover riscrivere un tema scritto malissimo, senza capo né coda, senza una sua linea, senza un inizio né una fine, scorretto grammaticalmente e senza una logica coerente, un vero disastro.

Tornando alla canzone ed alla domanda su che cosa resterà del governo Conte e amici, rispondo: solo un sacco di polvere e dietro la polvere tanto da indagare, da parte anche della magistratura.

Non rimarrà nulla di positivo di questo governo Conte e speriamo di poterli dimenticare presto i loro nomi, certo, a farceli ricordare ci rimarranno da pagare i debiti, che ci hanno lasciato a loro imperituro ricordo.