Nell'agenda di Palazzo Chigi, a febbraio, non è indicato alcun appuntamento dopo quello del 22 gennaio in Algeria. In ogni caso, Giorgia Meloni starebbe preparando un viaggio in Libia come parte dei suoi sforzi per garantire maggiori forniture di petrolio e gas dal Nord Africa, già forse per il prossimo sabato secondo Bloomberg. Il viaggio non è confermato e potrebbe essere ritardato o annullato per problemi di sicurezza, come riportato dalla stampa.

La visita arriva in un momento cruciale per le relazioni tra i due paesi, poiché la National Oil Corporation libica (Noc) sta per firmare degli accordi di esplorazione e produzione di gas offshore del valore di 8 miliardi di dollari con l'italiana Eni, secondo quanto riferito dai media.

La Libia, che è il settimo produttore di greggio dell'Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio (Opec), sta cercando di aumentare la propria produzione dopo anni di conflitti e instabilità politica. La Noc ha annunciato piani ambiziosi per aumentare la produzione di petrolio a 2,1 milioni di barili al giorno entro il 2025. La firma di questi accordi con Eni rappresenterebbe un passo importante per raggiungere questo obiettivo e stabilizzare l'economia libica.

Questo, mentre l'Unione Europea sta cercando di diversificare le sue fonti di gas naturale in seguito alla diminuzione delle esportazioni russe.

Eni, questa settimana, ha stretto un accordo con la società energetica statale algerina Sonatrach per esplorare le opportunità in progetti di energia rinnovabile, idrogeno verde e cattura e stoccaggio di anidride carbonica. La collaborazione prevede anche l'esecuzione di studi di fattibilità per valutare la possibilità di migliorare la capacità di esportazione di energia dell'Algeria verso l'Europa. Questo accordo rappresenta un passo importante per entrambe le società verso un futuro più sostenibile e una maggiore integrazione nell'economia energetica europea, secondo l'ad di Eni, Claudio Descalzi.