Cronaca

Anche il Mise guidato da Di Maio responsabile del fallimento di Mercatone Uno

Luigi Di Maio si era detto preoccupato, da ministro del Lavoro, per la notizia della chiusura dei punti vendita Mercatone Uno in tutta Italia a causa del fallimento della Shernon Holding Srl, aggiungendo che "non era possibile che 1800 lavoratrici e lavoratori, oggi, in Italia, si ritrovino senza lavoro dal giorno alla notte e siano costretti a scoprirlo da un passaparola tra colleghi".

Nella riunione che si è poi tenuta lunedì al Mise, Di Maio ha dichiarato di voler avviare tutte le procedure per "definire la tabella di marcia per riattivare l'attività commerciale e salvaguardare i 1.800 lavoratori dei 55 punti vendita", anche tramite "l’autorizzazione immediata per l’esercizio provvisorio e il ricorso all'ammortizzatore sociale, con il fine di procedere nel medio termine alla cessione dell’attività aziendale con un bando che contempli varie possibilità".

Nessun accenno al passato, nonostante si sia ritornati al punto di partenza, visto che fu proprio il Mise di Luigi di Maio, nello scorso agosto, a "consegnare" 55 punti vendita della Mercatone Uno ad una società fantasma.

Infatti, la Shernon Holding Srl, proprietaria adesso fallita della Mercatone Uno, è interamente controllata dalla società Star Alliance Ltd. che ha sede nell'isola di Malta, presso il civico 2 di Triq Edgar Bernard, a Gzira. Il problema, però, è che il numero civico 2, in quella strada non esiste. Pertanto l'indirizzo risulterebbe fittizio, anche se l'azienda sembrerebbe comunque formalmente registrata nel locale registro delle imprese (Company Registration number C 30614).

Il sospetto, secondo la stampa locale (Corriere di Malta), è che Star Alliance sia "l'ennesimo nome di facciata utilizzato per operazioni illecite, sfruttando il campo fertile lasciato dalle leggi fallimentari italiane e maltesi, un paese quest'ultimo che da alcuni anni è al centro di polemiche e nel mirino dell'Unione Europea per gli scarsi sforzi compiuti nella lotta al riciclaggio di denaro sporco".

Dopo queste premesse, la conclusione è scontata. Infatti, come è possibile che circa un anno fa il Ministero dello Sviluppo abbia potuto affidare le sorti di un'azienda in difficoltà, che doveva essere risanata e che occupava 1800 dipendenti, ad una società fantasma? Come è possibile che non siano state fatte verifiche sia sulla filiera societaria che sul reale stato finanziario di Shernon Holding prima di dare l'assenso al salvataggio di Mercatone Uno?

Una situazione a dir poco grottesca.

Autore Rino Mauri
Categoria Cronaca
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