Per essere "cool" quello odierno di Beppe Grillo, che è sceso dall'eremo di Santi'Ilario per incontrare Luigi Di Maio, all'apparenza dovrebbe essere definito un endorsement... in pratica, una manifestazione di sostegno.

A pensarci bene, però, la visita odierna del garante del movimento (ammesso che quel titolo sia ancora valido), ha avuto il sapore di un impegno a cui non poteva comunque rinunciare: quello di andare a trovare il parente che non si vede da tanto tempo e che, causa malattia, ha oramai poco tempo da vivere.

Il "profeta" genovese ha spiegato all'apostolo campano che il movimento di protesta adesso non ha più senso e che è arrivato il tempo di agire sui contenuti e non sulla contrapposizione. Insomma, il movimento deve diventare partito.

Il guaio, però, è che lo scugnizzo avellinese è stato scelto a suo tempo, proprio da Grillo, come volto tranquillo di un movimento "incazzato", con l'unico intento di acchiappar voti. Idee, contenuti e strategie sono distanti da Di Maio tanto quanto il sole è distante dalla terra.

Adesso Grillo ha detto che per i 5 Stelle è arrivato il momento di cambiare... tra qualche settimana, ad anno nuovo, qualcuno dirà che il cambiamento ha bisogno di un nuovo capo politico che meglio si adatti al mutamento.

Se Di Maio è furbo, potrà essere lui a fare la prima mossa, dimettendosi e lasciando così la guida dei 5 Stelle nel modo meno traumatico e più dignitoso possibile. Se non è abbastanza furbo, la prossima volta che Grillo parlerà in pubblico di Di Maio non sarà per fargli i complimenti, ma per mandarlo direttamente... a quel paese.


Di seguito i passaggi più significati del colloquio:

Beppe Grillo: “Siamo in un momento di caos, ma il caos è nella nostra natura, è nella natura dell’uomo. È nel caos che vengono fuori le belle idee. È un procedimento che sta andando avanti, un cambiamento, e ci siamo già dall’altra parte.Questo sistema non funziona più. Quando tu hai il 100% di ricchezza in mano al 10% delle persone vuol dire che è già finita sta roba qua, non ci si ridistribuisce. Siamo credo l’ottava potenza al mondo come PIL, trentesima come PIL pro capite e abbiamo sacche di povertà da 5-6 milioni di persone. Bisogna partire da lì.La sanità è l’economia. Queste cose le dobbiamo svolgere in un altro modo. La sanità: se fai star bene le persone si ammalano meno. Sono vasi comunicanti.Le tasse, servono a orientare il Paese verso qualche cosa.Noi cosa stiamo facendo, dove ci stiamo orientando, se non nelle rinnovabili, se non nel concetto che dovremmo cambiare dieta, dovremmo cambiare agricoltura, dovremmo cambiare il disboscamento, dovremmo cambiare la CO2, dovremmo cambiare le rinnovabili.Sono questi i temi mondiali. Dobbiamo sempre avere un pensiero mondiale.Il discorso è che siamo in questo cambiamento, non possiamo essere gli stessi, è sbagliato essere gli stessi, pensare a come eravamo. Io quando penso a come eravamo penso che eravamo una meraviglia. Eravamo con un manager che organizzava e un pazzo sul palco”.

Luigi Di Maio: “C’è una grande nostalgia del passato”.

Beppe Grillo: “È sbagliato, io sono euforico, dobbiamo essere straordinariamente euforici. C’è da riprogettare. Ma cosa c’è di meglio di riprogettare l’economia, l’energia, i rapporti, dove vanno i rifiuti che sono un errore di progettazione ingegneristica. Gli indiani fanno città da 7 milioni di abitanti e le smontano dopo 55 giorni. Fanno il palazzo del Cinema a Mumbai e lo smontano dopo 10 giorni. Fanno le costruzioni in modo temporaneo.Andiamo a fare la votazione. Avete scelto questa votazione in Emilia-Romagna. Ci andiamo per beneficenza. Come dai un euro a una persona così, per qualsiasi cosa, non ci puoi dare un voto per beneficenza a noi, che magari facciamo da tramite tra una destra che arriva e che è un po’ pericolosetta e una sinistra che si deve formare anche lì. E quando parlo di progetti insieme alla sinistra parlo di progetti alti, bellissimi. Sui trasporti, su come muovere le cose, su come costruire le cose, su cosa è una città. Una città è piena di fermento. È un momento magico”.

Luigi Di Maio: “Ci vuole anche un po’ di coraggio per correre”.

Beppe Grillo: “Tu ce l’hai il coraggio. Noi non possiamo continuare a essere, su Facebook, l’uno contro l’altro. Adesso la situazione deve essere chiara. Il referente è lui, il capo politico è lui. Io ci starò un po’ più vicino, quindi non rompete i coglioni, fatemi la cortesia, perché sennò ci rimettiamo tutti.Non siamo più quelli che eravamo 10 anni fa, mettetevelo bene in testa ed è meraviglioso.Tutto tende al caos, all’entropia. Tutto tende all’entropia e l’entropia è la nostra matrice oggi. Dal caos vengono idee meravigliose e ci saranno. La costituzione di nuovo ombelico dal vertice al territorio, la ricostituzione di una specie di meetup.I meetup li abbiamo fatti, io li ho fatti con Casaleggio, con Fico, non si capiva niente e si è continuato a non capire niente, ognuno portava una versione dei fatti. Adesso il mondo è diverso.”