(di Vincenzo Petrosino - I8KPVPochi sanno che gli astronauti comunicano costantemente con i radioamatori in tutto il mondo, inviando spesso anche delle immagini perfettamente ricevibili con modeste apparecchiature.

Le immagini sono in sstv slow scan television... sono immagini statiche ma vederle sul monitor trasmesse dallo spazio ha sempre un suo fascino.

Il  laboratorio spaziale - spesso nitidamente visibile a occhio nudo durante i suoi passaggi notturni sul continente europeo - orbita a  solo 400 chilometri dalla superficie terrestre ed è la base operativa di un gruppo internazionale di astronauti. Inviare un segnale radio sulla terra da 400 km è cosa semplicissima e con poca potenza si ricevono segnali fortissimi dallo spazio. Ugualmente semplice è poi da terra con una stazione da radioamatore parlare con gli astronauti quando possibile.

La prima esperienza  del genere fu nel 1983,  l’astronauta NASA Owen Garriot (nominativo radioamatoriale: W5LFL) per primo portò a bordo dello Shuttle Columbia (missione STS-9) un apparato radioamatoriale, con l’iniziale idea di contattare a terra la madre e alcuni amici radioamatori. 

La Nasa accolse con notevole interesse questa prima esperienza e decise di  ufficializzare  il progetto coinvolgendo gli studenti delle scuole: nacque così il progetto SAREX (Shuttle Amateur Radio EXperiment) evoluto poi, nel 1996, nel progetto  ARISS (Amateur Radio on the International Space Station).

E’ d’obbligo far presente che anche se il DPR n. 447 del 5/10/2002, sez. 7 art. 43, riporta: “È LIBERA L’ATTIVITÀ DI SOLO ASCOLTO SULLA GAMMA DI FREQUENZE ATTRIBUITE AL SERVIZIO DI RADIOAMATORE”, l’utilizzo di apparati radioamatoriali è subordinato al conseguimento delle necessarie autorizzazioni del MISE (Ministero dello Sviluppo Economico, settore comunicazioni).

www.grag.org/ascoltare-la-stazione-spaziale-internazionale/
www.iz0kba.it/guida-iss.html