Si sono svolti oggi, sull’altare maggiore della Basilica di San Pietro in Vaticano e alla presenza di Papa Francesco, i funerali del decano del collegio cardinalizio Jozef Tomko (Udavské, - Repubblica Slovacca 11 marzo 1924 – Roma, 8 agosto 2022 ). Il cardinale sarà sepolto in Slovacchia, nella cattedrale di Košice.

Le vicende storiche che videro l’instaurarsi della Repubblica Socialista Cecoslovacca, gli impedirono fin dal 1948 di tornare nella sua Slovacchia, e così Jozef Tomko fu costretto a risiedere a Roma. Il non poter tornare in Slovacchia, però, contribuì a far nascere in lui una visione di carattere universale che gli fece vivere il suo impegno  prima come “motore” del Sinodo dei vescovi e poi come Prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, quest’ultimo incarico gli consentì di viaggiare in in tutto il mondo per incontrare la gente, soprattutto negli angoli più poveri della terra.

Nel 1989 il Cardinale Tomko ebbe la possibilità di far rientro in Slovacchia per l’ordinazione episcopale — avvenuta il 9 settembre — del nuovo vescovo di Spiš, monsignor František Tondra.

Questo evento rappresentò il segno di un mutato atteggiamento dello Stato socialista nei confronti della Chiesa. Particolarmente significativa, poi, la sua partecipazione alla sessione plenaria del Consiglio nazionale slovacco il 21 aprile 1991, con un intervento di grande spessore , nel segno dell’attualità della testimonianza dei santi Cirillo e Metodio che fu sicuramente importante per elaborare una prospettiva per il post-comunismo.

Nel suo testamento spirituale il Cardinale Tomko affermò di sentire il suo servizio missionario come un contributo al corpo mistico di Cristo - e perciò faticare per la chiesa missionaria viva non poteva che essere bello. Tra i suoi numerosi incarichi fu Presidente del Comitato per i Congressi Eucaristici Internazionali e inviato speciale di Benedetto XVI in Russia nel 2011, per il centenario della dedicazione della cattedrale dell’Immacolata Concezione a Mosca.

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