Il nuovo virus noto anche come 2019-nCoV, appartenente al ceppo dei coronavirus come quello della Sars che all'inizio del 2000 uccise quasi 800 persone in tutto il mondo, si è diffuso ancora una volta dalla Cina, dalla città di Wuhan che, sebbene sconosciuta ai più, è una megalopoli con quasi 9 milioni di persone, solo poco più piccola di Londra.
Pertanto, sebbene non sia Pechino o Shanghai, Wuhan ha un aeroporto da cui ogni anno partono decine di milioni di passeggeri verso tratte nazionali e internazionali e, per quanto riguarda l'interesse economico, circa la metà delle 500 più grandi aziende presenti al mondo ha investito lì.
Per questo la nuova epidemia, i cui contorni inizialmente sembrava non dovessero preoccupare neppure le autorità sanitarie locali cinesi, sta iniziano ad assumere un'aspetto sempre più preoccupante con l'allargarsi del numero dei casi e dei decessi.
Questo il suo sviluppo:
31 dicembre: la Cina avvisa l'OMS di una serie di casi simili alla polmonite riscontarti a Wuhan.
1 gennaio: il mercato da cui l'epidemia si sarebbe sviluppata viene chiuso.
9 gennaio : l'OMS afferma che l'infezione è causata da un nuovo tipo di coronavirus.
11 gennaio: confermato il primo decesso.
13 gennaio: il virus viene riscontrato anche all'estero, con un caso sospetto in Thailandia.
16 gennaio: viene confermato un caso in Giappone.
17 gennaio: confermato il secondo decesso a Wuhan.
20 gennaio: il numero di casi riscontarti supera i 200 e l'epidemia si diffonde a Pechino, Shenzhen e Shanghai; muore una terza morte; le autorità cinesi confermano la trasmissione da uomo a uomo.
21 gennaio: anche negli Usa è stato registrato il primo caso: un uomo che aveva visitato Wuhan.
22 gennaio: il bilancio delle vittime sale a 17, mentre i casi accertati sono circa 450.
A questo punto, a Ginevra, il comitato di emergenza dell'Organizzazione mondiale della sanità ha deciso di riunirsi per valutare i rischi e decidere se debba essere dichiarata un'emergenza internazionale. Nel frattempo, molti aeroporti internazionali hanno attuato le prime contromisure per i passeggeri provenienti dalla Cina.
La malattia, che si manifesta inizialmente come una banale influenza, sembra trasmettersi tramite le vie respiratorie, così tosse e starnuti diventano un mezzo efficace per la sua diffusione.
Ma il problema è che non è da escludere la possibilità che il virus possa mutare, così come la sua capacità di diffondersi.