Esce in questi giorni il libro Mio padre racconta il Novecento della scrittrice lucana Teresa Armenti per le Edizioni Magister (2002). La prima edizioni risalente al 2006 a cura dell'Associazione G. C. "F. Guarini" era orami esaurita da tempo.
Nel libro si racconta il viaggio nel Novecento di un contadino della Lucania, che narra alla figlia le molteplici e variegate vicissitudini della sua vita, caratterizzata da patimenti, privazioni, lotta per la sopravvivenza.
Nato nel 1913, il padre ripercorre le vicende vissute indirettamente e personalmente: la Prima guerra mondiale, la Spagnola, l’infanzia negata, il lavoro di macchiaiolo, di mietitore e di emigrante, la Seconda guerra mondiale, gli anni di prigionia e il dopoguerra. Tanti sono i riferimenti alla vita quotidiana che si svolgeva a Castelsaraceno, un piccolo paese dell’entroterra lucano, prima sconosciuto ai più, ora noto a molti per la presenza del ponte tibetano più lungo del mondo (586 metri di lunghezza e 80 di profondità).
Nella prima edizione (2006) ci si tuffava in un passato ormai lontano e sepolto nel tempo; invece, nel giro di due anni, nella nostra era altamente tecnologica è cambiato improvvisamente tutto. La pandemia globale, la guerra a noi vicina, la crisi energetica hanno minato le nostre sicurezze e hanno messo in evidenza le nostre fragilità.
Pare che la storia si stia davvero pericolosamente ripetendo dando conferma ai corsi e ricorsi storici di Gian Battista Vico. Ciò che avviene oggi ripete quanto è già avvenuto in passato, sebbene con qualche novità dovuta al mutare delle circostanze.
Allora, questa seconda edizione ci mette di fronte all’importanza della memoria storica, come patrimonio da conoscere, difendere e preservare.
Riferimento al sito dell'Editore: www.edizionimagister.it