Il dato sul Pil della Germania che registra quello di un Paese sull'orlo della recessione, ovviamente, non può non far preoccupare l'Italia, considerati gli interscambi commerciali.

Nel secondo trimestre 2019 il Pil tedesco è diminuito del -0,1%, portanto il tasso di crescita al +0,4% dal +0,9% sregistarto nel primo semestre, con una proiezione del prodotto interno lordo per l'intero anno che dovrebbe attestarsi sul +0,5%.

Il dato non certo esaltante per la prima economia del continmente è dovuto al calo delle esportazioni diminuite molto al di sotto delle imoprtazioni, in parte causato dall'andamento dell'economia, in parte dalla guerra commerciale avviata dagli Usa, in parte dalle incertezze per la Brexit.

E nel caso che il 31 ottobre si arrivi ad una Brexit senza accordo - secondo alcuni sembra che questa sia la strategia cui miri il premier Johnson che proprone alla Ue proposte di accordo che sa bene non potranno mai venire accettate - allora non è da escludere che la crescita della Germania per il 2019 sia nulla o, addirittura, negativa.

A questo punto, per i governo Merkel si pone serimente la questione se non sia più conveniente abbandonare l’obiettivo del pareggio di bilancio, guardando invece a riavviare la crescita economica attraverso uno stimolo fiscale e al contempo rimangiandosi il dogma che era stato spacciato come unica strada possibile per la crescita dieconomica di un Paese.