Un bel titolo per confondere le idee fin dal principio, con un quasi no sense. Ma sarebbe risultato cacofonico dire “la tesi teorica della tesi”; e visto che l’opinione è comunque centrale nel suo ruolo esterno e di rinforzo, lasciamo tutto così e cominciamo.

Ci dicono di no! Che non si può argomentare senza citare le fonti. Quel che si afferma deve trovare supporto da qualche parte; qualcuno di più importante e famoso in un certo campo deve averlo detto prima, altrimenti si sta discutendo di “aria fritta”. E le fonti non vanno criticate: chi siamo noi per farlo? Ecco, serve qualcun altro in questo caso, e che qualcun altro ancor prima (all’infinito) avrà legittimato come persona dignitaria, o per titoli professionali/accademici, per criticare le fonti. Altrimenti queste sono sacre.

Ma di sacro c’è ben poco, o nulla. Di stimabile, invece, tanto.

Dove mettiamo la lingua, la logica, le regole interne per esprimere idee, concetti e principi, attraverso i processi mentali, nonché la “sacra” cultura di base? Non bastano questi strumenti cognitivi primari per analizzare fenomeni e produrre tesi, anche criticando altre tesi, o addirittura teorie, per quanto famose e affermate?

Non si vede perché non debbano bastare. Chiamiamoli in breve: Set Cognitivo di Base, SCB. E a patto, soltanto, di conoscere il proprio SCB per come si deve. Il resto dovrà farlo la propria intelligenza.

Bisogna diffidare da ogni altra antipatica e infondata storiella che prova a imbavagliare chiunque non sia “esperto” in una certa cosa. Ma se davvero ci si imbarca in delle cose che superano le capacità del proprio SCB - e di certo ce ne sono tante - lo si deve comprendere proprio grazie al SCB stesso che va oltre l’ignorante e irritante presunzione (se si è a posto con l’igiene mentale), nonché la malafede.

Si saprà che una tesi, tanto ricca di fonti quanto invece poverissima, deve comunque essere regolata tramite una rigorosa cronologia di elementi: la contestualizzazione in cui vive; almeno un'ipotesi (premessa); almeno un ragionamento logico e coerente attorno all’ipotesi; la conclusione che deve fornire un solido pregio alla tesi. Questa è ancor più solida se diventa una vera e propria dimostrazione, determinandone un teorema logico piuttosto che una teoria. Le fonti, dunque, se non rappresentano dati puri e semplici, sono del tutto secondarie e opzionali. Talvolta anche controproducenti perché si usano per superare le carenze argomentative della propria tesi.

Provando così ad affrontare l’argomento di proprio interesse col Q.E.D. dei latini in mente (quod erat demonstrandum - come volevasi dimostrare), qualora non si venisse a capo di quella rigorosa cronologia allora si dimostrerà a sé stessi che il proprio SCB non è sufficiente a trattare l’argomento in questione. Non facciamocelo dire, in maniera magari sgarbata, da chi dovrebbe tentare di dare un senso alla nostra supponente, strampalata, apodittica o incompleta tesi.

Questi sono i casi di quel “bel tacer” che non fu mai scritto, o dell’opportunità di informarsi prima, approfondire, studiare per bene, e poi riprovare con un SCB accresciuto. Ricordiamoci anche che le “opinioni” - legittime - non hanno nulla a che vedere con tesi e teorie, e nel 99,9% dei casi la propria opinione non interessa a nessuno, oltre amici e familiari, creando notevoli disagi e fastidi quando non espressamente richiesta ed arbitrariamente esposta su questioni oggettive. L’opinione origina da credenze personali indimostrate o limitate alla propria ristretta esperienza. Quindi si immagini quanto possa essere fuori luogo nella maggior parte delle discussioni.

Consapevolezza che deve fugare ogni altro timore. Da qui in avanti si proceda spediti e sicuri sapendo ben argomentare e sviluppare la propria tesi. E più che andare a cercare le fonti che la sostengono bisogna fare l’esatto opposto, cercando tutte le ipotesi che la negano, e quindi le fonti contrarie, autorevoli o meno ma di sicuro pregio teoretico per capire se si è sulla strada giusta.

Le più grandi fallacie speculative originano da valanghe di ragionamenti identici e ripetuti attorno a fonti manipolate che confermano ipotesi astratte, il tutto retto da tesi che non rispettano quella successione di elementi che le dovrebbero rendere tali, e pregevoli.

Per sorreggere teorie traballanti, a parecchi fa comodo soffocare una tesi logica che non entri nel merito di questioni specialistiche ma si occupi più semplicemente di rilevare le fallacie argomentative; attività alla portata di chiunque abbia un buon SCB. Il qualcuno di turno richiederà comunque le fonti - che in un caso del genere non potrebbero esistere - sottolineando, magari,  l’incompetenza su quelle questioni specialistiche di cui non ci si sta nemmeno occupando.

Ci si può agevolmente esercitare con gli attuali discorsi e provvedimenti del governo in carica. Senza pregiudizio alcuno, si mettano a nudo osservando bene se la loro base argomentativa è solida. Non serve diventare esperti statisti, economisti, giuristi, agronomi, e carnezzieri. Ragioniamo, semplicemente, con carta e penna e il nostro SCB (non limitiamoci a farlo mentalmente).

Io ho solo un dubbio. Le persone ce l’hanno un buon SCB?
Nella peggiore delle ipotesi a questo c’è rimedio. Se si ha voglia, naturalmente.



📸 base foto: Gerd Altmann da Pixabay