Persino una dichiarazione lapalissiana, in certi momenti, acquista significato... soprattutto in ambito politico. Questo è quanto ha detto ieri Conte sulle prossime elezioni del presidente della Repubblica in una intervista al Corriere:

«Il modo più corretto è un confronto nelle forze politiche, nei gruppi parlamentari. Non c’è dubbio. Ma poi serve il confronto tra gruppi e tra forze politiche. Esistono un’area progressista e un’area di destra. Ma quando si ragiona per scegliere la figura che garantisca l’unità del Paese e rappresenti felicemente tutti gli italiani, allora c’è uno sforzo da fare, bisogna uscire dallo steccato dell’alleanza precostituita, dialogare anche con le forze di centrodestra e di destra. Si deve trovare una persona di grande profilo morale e autorevolezza che possa guidarci per i prossimi 7 anni».

In pratica, ha semplicemente ricordato ciò che al riguardo è scritto nella Costituzione. Quindi, l'ex premier Conte ha detto delle banalità? In tempi normali, la risposta sarebbe stata un sì, secco e deciso... ma questi non sono tempi normali e non solo a causa della pandemia. 

E che non siano tempi normali, ce lo ricorda un articolo pubblicato oggi da Ilaria Proietti sul Fatto Quotidiano in cui un parlamentare, ex 5 Stelle, ha denunciato una compravendita di voti per fare eleggere Silvio Berlusconi al Quirinale.

«Chiedi quello che vuoi, sono a disposizione. Basta una tua parola» si è sentito dire da un collega di Forza Italia che, par di capire, ha recapitato lo stesso messaggio anche ad altri. «Pescano tra i peones, i transfughi, i possibili convertiti». Approfittando subito ché sotto le feste saranno riuniti con le famiglie per ammazzare il capitone e riflettere di futuro incerto sicché questo potrebbe essere l’ultimo panettone mangiato a Palazzo. Per carità i modi sono stati garbati, nessun prendere o lasciare e toni sapientemente conditi dall’arte di fare ammuina: «Ha promesso senza promettere per conto di Berlusconi lasciando però intendere che la generosità sarebbe degna dei re Magi” racconta il deputato che passa ai dettagli: «Tanto per non girarci attorno, mi ha parlato di soldi, di una mia candidatura più o meno blindata. O di un posticino in una società anche all’estero».

Dopo quanto dichiarato da Forza Italia (ci mancherebbe altro) e dagli alleati Lega e FdI (non si sa bene quanto convintamente), Silvio Berlusconi si è proposto ufficialmente come candidato per poter sostituire Mattarella al Colle.

Pertanto, dopo aver inviato un opuscolo autopromozionale con alcuni suoi interventi sui valori del liberalismo, del cattolicesimo e del garantismo ai parlamentari del Pd ed aver blandito pubblicamente i 5 Stelle sostenendo persino di aver sempre ritenuto che il reddito di cittadinanza fosse una misura sensata ed equa, lontano dai riflettori sarebbe iniziata da parte degli emissari di Berlusconi la campagna di reclutamento dei parlamentari, come già sarebbe avvenuto in passato secondo altre denunce e diverse inchieste della magistratura... mai però passate in giudicato con la sentenza di un tribunale.

Che il centrodestra possa ambire a far eleggere al Quirinale un candidato proposto dal suo schieramento è cosa legittima, che nessuno può negare. Quello che invece rimane difficile da comprendere è come diavolo si possa proporre, anche solo come ipotesi, la candidatura di Silvio Berlusconi!

Tralasciando i suoi guai giudiziari e i suoi legami - anche solo rimanendo a quelli indiretti e accertati - con la mafia, ma come è possibile eleggere alla prima carica istituzionale del Paese una persona che è stata condannata penalmente con una sentenza passata in giudicato, che ha messo alla berlina l'Italia all'estero con il bunga bunga e che è entrato in politica per garantire le proprie aziende come fanno ritenere certi provvedimenti presi dai governi da lui guidati?

Ma il centrodestra un nome spendibile, che possa rappresentare degnamente l'Italia e la sua costituzione, non riesce a suggerirlo al di là di quello di Berlusconi? Possibile che solo Berlusconi possa rappresentare gli estremisti di destra, i berluschini d'annata e quelli in fasce rappresentati dai sostenitori di Italia Viva? 

Al momento sembrerebbe di sì. 

E a supporto del gramo destino che sembra prospettarsi agli italiani, l'altra soluzione per il Quirinale, sarebbe quella di eleggere Draghi che dal Colle guiderebbe una specie di fantoccio messo al suo posto a Palazzo Chigi.

Già adesso Draghi come premier ha poco a che vedere con la Costituzione e la democrazia, visto che governa attuando un programma su cui gli italiani non si sono espressi e di cui spesso anche gli stessi partiti sanno poco o nulla essendo chiamati solo a confermare ciò che in caso di mancata approvazione ci negherebbe i soldi del Pnrr, ma se dovesse attuarsi ciò che ci è stato prospettato con la sua elezione a presidente della Repubblica avremmo superato qualsiasi limite.

La cosa divertente, se non paradossale, è che ai tempi della Democrazia Cristiana (la cosiddetta prima Repubblica) accadeva di tutto, ma la DC, perlomeno, cercava di salvaguardare le apparenze e per questo non era possibile assistere al circo cui siamo costretti ad assistere oggi dove un numero esorbitante di pagliacci pretende di essersi trasformato in statisti.