Ex Ilva: forniture non pagate per circa 40 milioni di euro. Roberto Palasciano, presidente di Confapi Taranto, e Carlo Martino, presidente di Confapi Puglia, attendono ancora risposte e soluzioni
Ci sono forniture non pagate per circa 40 milioni di euro, il sistema dell’indotto tarantino rischia conseguenze pesanti.
I soldi alle ditte dell’indotto ArcelorMittal? Prima vengono le ferie.
È stata rinviata a data da destinarsi, o meglio a quando l’amministratore delegato di ArcelorMittal Lucia Morselli sarà disponibile, la call conference che la mattina del 10 agosto alle 9.30 avrebbe dovuto tenersi sulla situazione delle imprese dell’indotto-appalto siderurgico fornitrici di ArcelorMittal a Taranto.
L’incontro, programmato da alcuni giorni, è saltato per indisponibilità della multinazionale: o meglio, stando a quanto apprende la Gazzetta, perché la Morselli ha fatto sapere di non potervi partecipare personalmente, delegando il capo del personale Arturo Ferrucci. Una scelta inaccettabile per il Governo che aveva convocato la call dopo le sollecitazioni giunte dalle aziende dell’indotto che attendono il pagamento di forniture per quasi 40 milioni di euro. «Attenderemo il rientro dalle vacanze della Morselli» hanno fatto sapere fonti vicine a Palazzo Chigi, aggiungendo che «il Governo quest’anno non andrà in vacanza».
Oltre all'azienda, stamattina dovevano anche esserci, per il Governo, i sottosegretari alla presidenza del Consiglio, Mario Turco, e al ministero dello Sviluppo economico, Alessandra Todde (delegata alle crisi industriali), Prefettura, Camera di Commercio, Confapi Puglia e Confindustria Taranto. Era stata proprio Confindustria a chiedere il confronto, stretta dalle difficoltà sempre più rilevanti delle imprese che avanzano soldi da ArcelorMittal per lavori e interventi eseguiti in fabbrica, fatturati, scaduti e non pagati. Confindustria Taranto sinora ha avuto più call conference dirette con ArcelorMittal ma l’esito complessivo non ha soddisfatto le imprese.
Lo stato dei pagamenti, dicono gli imprenditori, è ancora molto lontano da quanto maturato dai fornitori. Solo le aziende associate a Confindustria Taranto dichiarano di avere verso ArcelorMittal uno scaduto di circa 38 milioni. Secondo Roberto Palasciano, presidente di Confapi Taranto, le cui aziende associate vantano crediti nei confronti di ArcelorMittal per 5 milioni di euro, «non è più tempo di rincorrere inutilmente il gruppo franco-indiano, le sue promesse, le sue “finte”, i copioni sempre uguali e chiede con forza al Governo, unico e solo interlocutore di Ami, di farsi garante nei confronti delle imprese dell’ ammontare dei crediti scaduti. Il Governo ha il dovere di proteggere il tessuto economico del territorio e di non lasciarlo in pasto a chi ne sta decidendo la morte».
Dello stesso parere Carlo Martino, fondatore della Tecnomec Engineering, una delle maggiori aziende impiantistiche dell’Italia meridionale e presidente della Confapi Puglia, che più volte ha espresso forti preoccupazioni per la situazione all’Ilva di Taranto e per quella di tante Pmi soprattutto nel Mezzogiorno.
Non è la prima volta che salta un confronto in forma più allargata sull’indotto-appalto con ArcelorMittal. Un paio di mesi fa, convocato per un’audizione in Regione Puglia, l’amministratore delegato Morselli, tramite il direttore delle risorse umane, Arturo Ferrucci, fece sapere, a call già avviata con i consiglieri regionali pugliesi e la Camera di Commercio di Taranto, che l’azienda non era disponibile e che chiedeva un rinvio per fornire un quadro della situazione. E quel confronto in Regione non si è più svolto. E anche una delle ultime call dirette con Confindustria Taranto, è stata disdettata in extremis dall’azienda. Segnali che alcuni degli interlocutori interpretato come conferma di un’azienda «che non sa che dire perché la realtà è che non sta pagando e dunque ogni scusa è buona per prendere tempo».
Ieri mattina doveva tenersi anche il presidio di protesta indetto dai sindacati di categoria Cgil, Cisl, Uil e Usb per i 150 dipendenti di Alliance Green Services (Ags), azienda appaltatrice - si occupa di pulizia industriale degli impianti - che è anche una joint venture della stessa ArcelorMittal. Ags ha però incontrato i sindacati, spiegando di attendere un bonifico da parte di ArcelorMittal per mettere in pagamento gli stipendi di luglio. I sindacati si sono riservati una decisione sulla protesta, per ora sospesa.